L’Umbria è una regione dalle numerose destinazioni culturali, ospita musei a cielo aperto come la splendida Spoleto, Perugia, Assisi e una infinità di borghi medievali ben conservati.
Durante il nostro recente soggiorno a Spoleto abbiamo avuto l’occasioni di scoprire il progetto Connessioni Museali tra valli e monti, borghi e città, che ha l’obiettivo di far conoscere e una serie di musei verticali che custodiscono un grande patrimonio culturale.
Il progetto Connessioni Museali in Umbria unisce 10 realtà museali tra Spoleto e la Valnerina, sono musei che raccontano una tradizione del luogo in cui sono presenti come ad esempio il Museo della Canapa o il museo dei Ciarlatani.
Per far scoprire queste piccole gemme nascoste sono state realizzate due applicazioni downlodabili nei principali store che permettono un’esperienza a 360 gradi e un’immersione totale nel contesto.
La prima di queste app si chiama The Umbrian Chronicles ed è un videogioco nel quale ci si muove nei territori di Spoleto e della Valnerina alla scoperta di miti, leggende, antichi racconti, musei e si incontrano differenti personaggi storici.
La seconda app MuDì è uno strumento interattivo che accompagna i visitatori alla scoperta del territorio, dei monumenti e delle attività che si possono svolgere come i sentieri escursionistici e le piste ciclabili.
L’app Mudì fu uso della tecnologia della realtà aumentata per rendere la visita dei 10 musei più coinvolgente e interattiva.
I musei coinvolti nel progetto Connessioni Museali in Umbria
- Casa Romana a Spoleto
- Museo del Costume e del Tessuto di Spoleto
- Palazzo Collicola a Spoleto
- Museo delle Scienze e del Territorio a Spoleto
- Museo Ex Ferrovia Spoleto-Norcia a Spoleto
- Museo delle Miniere di Spoleto
- Museo della Canapa a Sant’Anatolia di Narco
- Casa dei Racconti a Vallo di Nera
- Museo delle Mummie a Borgo Cerreto
- Museo del Ciarlatano a Cerreto di Spoleto
Casa Romana a Spoleto
La Casa Romana è ubicata sotto la piazza antistante il Palazzo del Comune di Spoleto dove un tempo si trovava il foro romano.
La domus risale al I secolo d.C. e ricalca lo schema delle abitazioni patrizie del tempo anche se le sue piccole dimensioni fanno pensare che in passato si sviluppasse su due piani.
Scoperta dall’archeologo spolentino Giuseppe Sordini, la casa sembra essere appartenuta a Vespasia Polla la madre dell’Imperatore Vespasiano nativa di Norcia, la prova che appartenesse alla nobildonna romana è riconducibile ad un frammento di iscrizione rinvenuto sul sito dove si legge una dedica all’Imperatore Caligola firmata appunto Polla.
Polla proveniva da una ricca famiglia dell’ordine equestre di Norcia, la gens Vespasia e proprietaria di beni in una località tra Nursia e Spoletium chiamata Vespasiae.
Oltre ad essere stata la madre dell’imperatore romano Vespasiano, Vespasia Polla fu anche la nonna di due imperatori: Tito e Domiziano.
Entrando nella prima sala si rimane subito colpiti dai preziosi mosaici che rivestono i pavimenti delle sale e alcuni frammenti di affreschi con cui la casa in origine era riccamente decorata.
In alcune teche presenti all’interno della casa museo sono conservati dei reperti recuperati durante il restauro della domus.
Museo del Costume e del Tessuto di Spoleto
Il Museo del Costume e del Tessuto si trova all’interno del Palazzo Rosari Spada a Spoleto e ospita una interessante collezione di abiti, paramenti liturgici, tessuti oltre ad innumerevoli accessori come scarpe, borse, merletti, cappelli, guanti, sciarpe e altri oggetti di uso quotidiano.
Nella Sala del costume, che custodisce preziosi elementi dell’abbigliamento maschile e femminile, spicca l’abito stile impero appartenuto ad Alexandrine Bonaparte, nipote di Napoleone.
Interessante anche la sala dedicata ai tessuti locali, tra i quali spiccano le antiche tovaglie perugine, che vennero riprodotte in pittura da artisti quali Leonardo da Vinci, il Ghirlandaio, Giotto e molti altri.
Il patrimonio tessile spoletino è inoltre da tappezzerie da parete, da bandiere storiche e da una serie di cinque arazzi provenienti dall’eredità della Regina Cristina di Svezia.
Palazzo Collicola a Spoleto
Palazzo Collicola su costruito per volontà del cardinale Francesco Collicola tra il 1717 ed il 1730 è oggi uno degli edifici gentilizi più importanti di Spoleto.
Il Palazzo Collicola ospita la interessante e ben organizzata Galleria d’Arte Moderna G. Carandente, collezione d’arte di proprietà comunale, costituitasi a partire dai primissimi anni Cinquanta.
La collezione permanente d’arte contemporanea è nata grazie alla manifestazione nota come Premio Spoleto e ospita notevoli pezzi tra i quali quelli dello scultore spoletino Leoncillo Leonardi, considerato dalla critica fra i maggiori artisti italiani del XX sec.
Al Piano nobile del palazzo è stata ricostruita una abitazione gentilizia settecentesca che presenta arredi originali e una Quadreria con dipinti dei secoli XVI-XIX, che provengono dalla Pinacoteca comunale.
Nel Palazzo è collocata anche la Biblioteca Giovanni Carandente, una grande raccolta d’arte contemporanea con oltre trentamila volumi schedati e consultabili che la rendono uno dei luoghi più importanti nel panorama nazionale per lo studio dell’arte moderna e contemporanea.
Museo delle Scienze e del Territorio a Spoleto
Il Museo delle Scienze e del Territorio, o MuST, è una struttura museale didattica ed espositiva, attiva dal 1987 come Laboratorio di Scienze della Terra, promossa dal Comune di Spoleto.
Il MuST nasce grazie alla storica Collezione del Conte Francesco Toni, una raccolta ottocentesca ricca di oltre 5000 reperti di rocce, fossili, minerali che permette di approfondire la conoscenza di monti, fiumi, sorgenti, grotte, paesaggi, vulcani, rocce, fossili e minerali.
Il museo si è recentemente arricchito con nuove collezioni naturalistiche come la Collezione Ragni un enorme raccolta frutto dell’attività accademica di cinquanta anni dello zoologo spoletino Bernardino Ragni.
Il MuST fa parte, insieme al Museo delle miniere di Morgnano, dell’Ecomuseo Geologico Minerario di Spoleto che ha come suo scopo primario la ricostruzione ed il testimoniare la memoria storica delle attività estrattive nel territorio spoletino.
Museo Ex Ferrovia Spoleto-Norcia a Spoleto
Il Museo Ex Ferrovia Spoleto-Norcia illustra la storia della linea ferroviaria il cui tracciato ha tutte le caratteristiche delle linee di montagna e ne fece un capolavoro di ingegneria ferroviaria e di inserimento ambientale.
Il progetto esecutivo della ferrovia Spoleto-Norcia fu redatto dall’ingegnere svizzero Erwin Thomann lo stesso ingegnere che progettò la tratta ferroviaria del famoso Trenino Rosso del Bernina che oggi è una famosa attrazione turistica sulle alpi.
La tratta ferroviaria Spoleto-Norcia terminò il suo servizio nel 1968 ma il percorso è stato riconvertito per renderlo fruibile a piedi ed in mountain bike.
Il suggestivo percorso, caratterizzato da gallerie e viadotti e immerso in un incantevole scenario naturale, è stato quasi interamente riqualificato e messo in sicurezza per essere convertito in una speciale greenway fruibile da camminatori e ciclisti.
Il Museo si trova all’interno della ex stazione di partenza della ferrovia di Spoleto ed espone documenti, parti di impianto, oggetti e fotografie di questa ferrovia dismessa di cui rimangono però il meraviglioso tracciato e le mirabili gallerie elicoidali.
Museo delle Miniere di Spoleto
Il Museo delle Miniere di Morgnano è stato realizzato sull’antica struttura del Pozzo Orlando, luogo simbolo della memoria del lavoro delle miniere, che ha segnato per quasi un secolo la vita della città di Spoleto e del suo territorio.
La storia della città di Spoleto è stata infatti caratterizzata per circa 100 anni dal lavoro delle miniere per l’estrazione della lignite.
La prima scoperta di un esteso banco di lignite avvenne nel 1880 a Morgnano ed in seguito vennero scoperti altri giacimenti.
Il Museo racconta le dure condizioni di lavoro dei minatori che rimanevano nel sottosuolo per oltre 8 ore al giorno in condizioni estreme.
Il Museo delle miniere di Morgnanoè stato inaugurato in occasione del cinquantaquattresimo anniversario di un grave incidente che si verificò nel pozzo Orlando quando una sacca naturale di gas compresso, il grisou, esplose causando la morte di 23 operai.
Museo della Canapa a Sant’Anatolia di Narco
La coltivazione della canapa era diffusa fino alla prima metà del Novecento in tutta l’Umbria, in Valnerina, in particolare, la canapa veniva seminata lungo le sponde del fiume Nera.
Il Museo della Canapa si trova proprio in Valnerina nello splendido paese di Sant’Anatolia di Narco e ha sede nel cinquecentesco palazzo comunale.
Il Museo ospita una ricca documentazione relativa all’intero ciclo di lavorazione e trasformazione della canapa: dalle fasi di coltivazione, macerazione ed essiccazione, fino a quelle della gramolatura e cardatura, nonché collezioni tessili dal XVIII al XX secolo.
All’interno del museo vengono trattati i temi della coltivazione e della lavorazione della canapa sia in ambito produttivo che domestico.
In Valnerina, l’attività di tessitura, infatti, era svolta soprattutto in ambito familiare per la realizzazione del corredo e per fornire la casa della biancheria necessaria almeno fino alla metà del 1900, e veniva considerata semplicemente un’integrazione delle altre occupazioni agricole ed artigianali e non viene mai riconosciuta come un vero e proprio lavoro.
Nelle belle sale del museo sono esposti numerosi strumenti per la lavorazione e per la tessitura compreso un antico telaio ristrutturato in maniera eccellente.
Parte integrante del Museo è il Laboratorio di tessitura.
Casa dei Racconti a Vallo di Nera
La Casa dei Racconti è un centro di raccolta, ricerca e documentazione della cultura orale della Valnerina, è una raccolta preziosa di fotografie, favole, leggende, miti, canti e racconti del mondo rurale e pastorale.
La Casa dei Racconti prende vita in una struttura lignea che richiama una sorta di armadio della memoria che con la sua miriade di cassetti e cassettini, scaffali e contenitori racchiude il sapere della cultura popolare, dei suoi riti, ritmi e valori.
Vallo di Nera, oltre ad ospitare la Casa dei Racconti, è uno dei borghi più belli d’Italia e vale la pena percorrere le sue strette vie e scoprire angoli incredibili che ci catapultano nel medioevo.
Il paese è in realtà una fortezza medievale con un impianto urbanistico a pianta ellittica, eretta su un colle del versante sinistro del fiume Nera, il paese è circondato da mura possenti e antiche torri mentre le case in pietra sono addossate le une alle altre e interrotte solo da ripide viuzze, da archi e sottopassaggi.
Da non perdere la chiesa francescana di Santa Maria, del 1273, i cui interni sono un tripudio di affreschi che la adornano, gli affreschi, in parte restaurati, sono opera di artisti di scuola giottesca.
Museo delle Mummie a Borgo Cerreto
A Borgo Cerreto in Valnerina si trova il Centro di Documentazione, intitolato a Baronio Vincenzi, è un polo scientifico, storico e culturale che raccoglie i reperti antropologici e della cultura materiale legati alla vita e all’attività del medico Baronio Vincenzi, che visse ed operò a Borgo Cerreto nel XVII secolo.
Il Centro, è anche la sede del Museo delle mummie di Borgo Cerreto, ospitato all’interno dell’ex chiesa cinquecentesca dei Santi Gesù e Maria.
Il Museo delle mummie presenta una serie di aspetti della vita di Cerreto attraverso i corpi mummificati di alcuni suoi abitanti rinvenuti nelle cripte della Chiesa e oggi ospitati all’interno delle sale del museo; lo studio delle mummie ha permesso agli antropologi di ricostruire particolari della vita quotidiana, dell’alimentazione, dell’abbigliamento e delle pratiche chirurgiche della comunità di Borgo Cerreto.
Nel museo sono esposti: la mummia di una giovane donna, la migliore quanto a conservazione; la mummia di un soldato deceduto a seguito alle complicanze di una ferita da arma da fuoco; i reperti anatomici ed il cranio trapanato, l’unico caso di trapanazione chirurgica documentato in Umbria, che attestano l’attività medica e chirurgica che si svolgeva nell’ospedale fondato proprio a Borgo Cerreto dallo stesso dottor Vincenzi.
Museo del Ciarlatano a Cerreto di Spoleto
Ciarlatano è un termine che identifica quelle persone considerate imbroglione e impostori, la parla deriva dalla fusione del termina ciarla, ossia del parlare a vanvera, e Cerretano ossia colui che abita nel comune di Cerreto.
Ciarlatano è quindi colui che usa la propria loquacità a fini di inganno.
A Cerreto nel medioevo il termine Ciarlatano veniva associato al particolare mestiere di questuante di professione che si occupava di raccogliere fondi per le istituzioni ospedaliere.
I cerretani diedero vita ad un mercato delle indulgenze per raccogliere le elemosina fondamentali per mantenere in vita gli ospedali, un atto nobile se nonché col passare degli anni questo nobile comportamento degenerò e iniziarono a lucrare sulle indulgenze.
Il Tribunale ecclesiastico identificò ben 39 tipologie di ingegnose forme di inganno a danno di fedeli caritatevoli studiate dai Cerretani.
Per attirare l’attenzione del pubblico e distrarlo dai raggiri a suo danno i Ciarlatani diedero vita ad una forma teatro, una rappresentazione teatrale che intratteneva il pubblico ricorrendo alla meraviglia, allo stupore e alla magia.
Nel museo si possono ammirare abiti e maschere utilizzate durante le manifestazioni teatrali e interessanti pannelli informativi su questa singolare attività.