Il Museo del Neon, o Muzeum Neonów, è una delle prime cose che mi ha colpito di Varsavia mentre stavo organizzando il nostro viaggio in Polonia.
Sono stata immediatamente affascinata dai colori dei neon, dalle forme e dalle scritte degli anni ’60 e ’70 e questo mi ha spinto a scoprire qualcosa di più di questo museo, oltre ad inserirlo nella mia personale lista delle cose da non perdere a Varsavia.
Il Museo del Neon è un museo privato che, negli anni, ha recuperato vecchi neon dell’epoca comunista della Polonia, salvandoli dall’oblio e dalla sicura distruzione, li ha ristrutturati e ha dato loro una nuova vita.
Molti di questi neon sono esposti all’interno del Museo del Neon, alcuni si trovano sulle pareti esterne dell’edificio del museo stesso o degli edifici del complesso della Soho Factory, dove si trova il museo, mentre alcuni pezzi, dopo essere stati ristrutturati, sono tornati nelle loro location originarie.
Il Museo del Neon è stato aperto nel 2012 ma la sua storia inizia nel 2005 quando Ilona Karwińska, una dei due fondatori del museo, ha salvato l’insegna del negozio Berlino che si trovava in ul. Marszałkowska a Varsavia.
Da quel momento in poi il Museo del Neon ha proseguito nella sua preziosa opera di recupero, di restauro e di conservazione delle vecchie insegne al neon del secondo dopoguerra; contribuendo a preservare non solo la memoria di quell’epoca ma anche vere e proprie opere d’arte, spesso progettate e realizzate da artisti e grafici famosi in quegli anni.
Oggi nel Museo del Neon, che si trova nell’edificio di una ex fabbrica, sono esposte oltre 200 insegne, foto d’epoca che mostrano le insegne collocate nelle loro posizioni originali e anche alcuni progetti degli artisti che le hanno ideate e realizzate.
Il Museo del Neon di Varsavia è unico in Europa ed è uno dei pochissimi musei ed esposizioni al mondo che si occupano di recuperare e preservare le vecchie insegne pubblicitarie.
Le insegne al neon, tipiche del secondo dopoguerra, dagli anni ’50 agli anni ’70, non furono una prerogativa esclusiva della Polonia o dei paesi della Cortina di Ferro; anche nei paesi occidentali, inclusa l’Italia, molte insegne e pubblicità vennero realizzate con i neon.
Ma vi era una fondamentale differenza tra i paesi filosovietici del blocco orientale e i paesi occidentali: in occidente vennero realizzate insegne al neon di pubblicità, promozioni e altro, tipico di una cultura consumistica; mentre nei paesi comunisti, dove la pubblicità e il libero mercato non esistevano, le insegne al neon erano semplicemente scritte o disegni che indicavano la tipologia di negozio o di attività che era presente in un determinato luogo.
A volte le insegne indicavano prodotti che in realtà non erano disponibili nei negozi perché venivano razionati dal governo comunista, ma una bella insegna che indicava cioccolato o carne, oltre ad essere luminosa, comunicava un messaggio positivo, anche se ingannevole e frutto della propaganda.
In Polonia, dal 1953 in poi, si assistette a un vero e proprio processo di neonizzazione: vennero commissionate e installate molte insegne luminose il cui scopo principale era indicare negozi, aziende e attività, ma aiutarono anche il governo ad abbellire le città rendendole più luminose e colorate.
Negli ultimi anni, grazie anche all’opera del Museo del Neon che ha riportato l’attenzione su queste opere di street art postbellica, in Polonia si assiste A un cambiamento di percepito nei confronti delle insegne al neon con un loro conseguente ritorno e rivalutazione.
Visita al Museo del Neon di Varsavia
Il Museo del Neon è sicuramente uno dei musei più interessanti e particolari di Varsavia.
Siamo arrivati al Museo del Neon verso mezzogiorno e ci siamo trovati di fronte un edificio in mattoni rossi che un tempo era una fabbrica.
Appoggiate o appese ai muri esterni del museo si possono già vedere alcune di vecchie insegne davvero affascinanti; ma non è niente rispetto a quello che ci aspetta una volta superata la porta d’ingresso rossa e di metallo.
Appena superiamo l’ingresso vediamo diverse insegne appoggiate a terra, alcune hanno ancora i neon e sono accese, altre invece hanno solamente il supporto posteriore; chissà se le restaureranno e le riporteranno al loro antico splendore.
Sulla sinistra dell’ingresso c’è un piccolo negozio, che vende oggetti legati al museo e ai neon, ma che funge anche da biglietteria, mentre a destra inizia il percorso di visita.
Le pareti interne del museo sono nere e l’unica luce presente proviene dalle insegne luminose e multicolore che sono tutte accese; l’effetto bellissimo e, entrando, ci si ritrova catapultati in una realtà decisamente differente.
L’interno del museo non è molto grande ma il buio e le luci colorate delle insegne al neon creano un’atmosfera quasi surreale; si viene attratti dai colori, dalle forme e dalle scritte delle insegne e i muri neri sembrano quasi scomparire.
Ci aggiriamo tra le pareti ricoperte di insegne, incantati a guardare le luci; non esiste un vero percorso di visita dentro al museo e anche questo contribuisce a disorientare e a far perdere il visitatore in questo mondo multicolore.
Dopo un primo momento di smarrimento e di emozione iniziamo ad aggirarci tra le insegne osservandole una ad una e leggendo, ove presenti, la loro storia, il loro significato e dove erano posizionati; in alcuni casi sono presenti anche le foto d’epoca che ritraggono le insegne nelle loro location originarie.
In un angolo dell’area espositiva si trova una piccola area dove si trova un televisore e alcune poltroncine; sul televisore si può vedere un video che narra la storia del museo, delle sue insegne e del periodo storico dal secondo dopoguerra all’inizio degli anni ’90.
Insegne al neon esposte al Museo del Neon di Varsavia
Al Museo del Neon di Varsavia sono esposte oltre 200 insegne al neon del periodo postbellico che, per la Polonia, è coinciso con l’epoca comunista della Cortina di Ferro.
Dopo la morte di Stalin, nel 1953, in Polonia, come in altri paesi del Blocco Orientale, si assistette a una esplosione del fenomeno dei neon, che alcuni chiamarono neonizzazione.
Tra i pezzi in mostra al Museo del Neon si trovano alcuni neon che, per gli abitanti di Varsavia, rappresentavano dei punti di riferimento, un luogo dove darsi appuntamento o semplicemente qualcosa di luminoso in un periodo così cupo della storia della Polonia.
Sono molte le insegne che hanno attirato la nostra attenzione e solleticato la nostra curiosità e che sono degne di nota.
Insegne al neon esposte al Museo del Neon di Varsavia: Berlin
Le due insegne al neon Berlin, del 1975, sono state tra le prime insegne ad essere salvate dai due fondatori del Museo del Neon, ancora prima che venisse creato il museo stesso; si può affermare che l’idea del museo sia nata proprio in seguito a questo recupero.
Berlin in origine era un negozio di abbigliamento che si trovava all’interno di un centro commerciale del periodo comunista; in seguito nel negozio si avvicendarono diverse attività e nel 2006 si era deciso di sostituire l’insegna al neon con il nuovo logo del negozio che si trovava in quei locali.
Le due insegne Berlin vennero salvate il giorno prima della loro definitiva rimozione.
Insegne al neon esposte al Museo del Neon di Varsavia: la sirena seduta su un libro aperto
Il neon che raffigura la Sirena seduta su un libro, del 1970, è uno dei miei preferiti perché ritrae la Sirena di Varsavia; questa era l’insegna di una libreria, è questo il motivo per cui la sirena è raffigurata seduta su un libro aperto.
La Sirena è arrivata al Museo del Neon nel 2011, quando la libreria dovette cambiare sede ed era impossibilitata a traslocare e installare l’insegna nella nuova location.
Insegne al neon esposte al Museo del Neon di Varsavia: Kwiaty
Questa insegna composta dalla scritta Kwiaty e da diversi fiori colorati è del 1974, era l’insegna di un negozio di fiori ma da diversi anni era stata abbandonata non funzionante su un palazzo fino a quando si decise di demolire l’edificio.
Nel 2014 fortunatamente l’insegna venne donata al Museo del Neon e ora illumina con i suoi fiori la galleria centrale dell’esposizione.
Insegne al neon esposte al Museo del Neon di Varsavia: Midla i Farby
Midla i Farby può essere tradotto con saponi e vernici, negli anni ‘70questa insegna apparteneva al negozio Mydlarni, in seguito nei locali di questa attività si sono avvicendati altri negozi e l’insegna al neon, dal 1978 in poi, è rimasta al suo posto senza essere mai più accesa e senza appartenere più a qualcuno.
L’insegna di Midla i Farby incredibilmente non venne mai rimossa ma versava in pessime condizioni e divorata dalla ruggine; ma infine è stata recuperata e la scritta Midla, cioè saponi, si trova ancora nel cerchio originario che sembra una bolla di sapone.
Insegne al neon esposte al Museo del Neon di Varsavia: Pantera
L’insegna Pantera apparteneva a un negozio che vendeva oggetti in pelle e si trovava in Nowy Swiat, una via in cui un tempo si trovavano molti neon; nonostante l’insegna Pantera sia del 1960, alcuni tubi di neon sono ancora quelli originali.
L’insegna in sé non è nulla di particolare ma è una delle più vecchie tra quelle esposte nel Museo del Neon e una di quelle che si è conservata meglio.
Insegne al neon esposte al Museo del Neon di Varsavia: Karo
L’insegna Karo apparteneva ad una azienda tessile che produceva filati, coperte e abbigliamento in lana; il disegno di questa insegna venne presentato alla prima Esposizione Nazionale di Cartelli Grafici nel 1969.
Questa insegna è stata donata direttamente dal proprietario dell’azienda tessile al Museo del Neon.
Museo del Neon di Varsavia: informazioni utili
Il Museo del Neon di Varsavia si trova all’interno della Soho Factory in ulica Mińska 25 nel quartiere di Praga, a sud del Fiume Vistola.
Il museo è aperto tutti i giorni, eccetto il martedì; l’area espositiva apre alle 12,00 e chiude alle 17,30, tranne il sabato quando chiude alle 18,00.
E’ possibile raggiungere il Museo del Neon prendendo il metrò e scendere alla fermata Warszawa Wschodnia e da qui prendere un mezzo di superficie fino a Zupnicza 01.
Comunque, se volete usare i mezzi pubblici a Varsavia, vi consiglio di scaricare l’app per smartphone Jakdojade, basta inserire la vostra destinazione e l’app vi suggerisce tutti i percorsi alternativi per raggiungerla, indicandovi non solo quali mezzi prendere ma anche il numero di fermate e il loro nome.
In alternativa si può scegliere di prendere Uber, come abbiamo fatto noi, e farsi lasciare a poche decine di metri dall’ingresso.
Sul sito del Museo del Neon si trovano tutte le informazioni in merito al costo dei biglietti e alle varie opzioni di visita.
All’interno del Museo del Neon è possibile scattare fotografie solamente con lo smartphone, mentre non è possibile scattare fotografie con una reflex o una bridge o un mirrorless; nel caso vogliate utilizzare la vostra macchina fotografica potete provare a scrivere al museo prima della vostra visita.