Gli Yabim sono una popolazione di Papua Nuova Guinea che mantengono vive le loro tradizioni anche ai giorni nostri.

Legate a questa popolazione esistono numerosi miti e leggende nonché stravaganti credenze, usanze ed abbigliamenti rituali tradizionali.

Ad esempio i Yabim credono che lo spirito di una persona assassinata insegua il suo uccisore per vendicarsi e fargli del male, per allontanare questi spiriti vendicativi i Yabim danzano usando tamburi e gridando il più forte possibile.

Un’altra credenza è relativa alle figlie dei capi tribù; quando la ragazza raggiunge la pubertà, viene confinata per lungo tempo all’interno di una stanza e durante questo periodo di isolamento non può mai sedersi per terra, questo per non trasmettere al terreno la propria impurità; quando la ragazza esce dalla capanna viene ricoperta di stuoie e come sandali le vengono legati ai piedi le due metà di una noce di cocco.

Forse il rito più importante è relativo all’iniziazione tribale che per i giovani Yabim consiste nella circoncisione.

Per gli Yabin questo passaggio all’età adulta avviene in un modo piuttosto singolare, si crede infatti che un mostro inghiotta il ragazzo e lo rigurgiti uomo.

Per far ciò nella realtà costruiscono delle capanne speciali che impersonificano il mostro con una palma che ne riproduce la spina dorsale, un’ampia apertura per la bocca e due grandi occhi dipinti.

Il ragazzo entra nella capanna e simbolicamente viene ingoiato dal mostro e ne esce grazie all’offerta, fatta dalle donne del villaggio, di un maialino che il mostro accetta e in cambio rigurgita il ragazzo.

A seguire il ragazzo viene circonciso, l’operazione viene effettuata con un coltello affilato, la ferita subita simboleggia il segno lasciato dai denti del mostro mentre il ragazzo è passato tra le sue fauci.

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