Finalmente ci siamo! Era tempo che volevamo venire ad Angkor per vedere i suoi templi, abbiamo letto diversi libri e visto foto meravigliose e non vedevamo l’ora di arrivare.
Abbiamo volato da Ho Chi Minh City (o Saigon), prima di arrivare in Cambogia abbiamo visitato il Vietnam.
Il volo è breve, in tutto un’ora e atterriamo a Siem Reap, è la cittadina di appoggio per visitare Angkor, offre tutti i servizi per i turisti; è ben collegata con voli alle principali città dell’Indocina quindi è facile inserire Angkor in un itinerario di viaggio o anche volarci direttamente dall’Europa.
Angkor è il sito più importante della Cambogia e uno dei più importanti di tutto il Sud Est Asiatico, sorge in una piana alluvionale e copre una superficie di 400 km quadrati anche se l’area denominata Greater Angkor arriva a 1000 km quadrati e include piantagioni di riso e villaggi.
Era la capitale dell’impero Khmer, che si estendeva dalla Birmania al Vietnam, era il centro spirituale, politico ed amministrativo; il più vasto centro abitato dell’epoca, si stima che avesse circa un milione di abitanti nel momento di massimo splendore.
Ci sono circa 1.000 templi nella Greater Angkor, i principali sono circa 80; quelli imperdibili sono meno di una decina; sono tutti edifici religiosi perché erano gli unici che venivano costruiti in pietra, gli edifici abitativi, dal palazzo reale alle case dei contadini, venivano realizzati in legno, e non sono giunti fino ai giorni nostri.
I materiali utilizzatiad Angkor per edificare i templi sono stati:
– mattoni rossi, per le pareti interne ed esterne, in alcuni templi sono stati lavorati a bassorilievo
– arenaria utilizzata soprattutto per le porte, gli ingressi e i particolari di pregio poiché si presta ad essere lavorata finemente
– laterite per basamenti, recinzioni ed elementi di sostegno, è una pietra molto dura e non lavorabile.
Il periodo di edificazione ha coperto diversi secoli che sono coincisi con l’epoca dell’impero Khmer, i primi occidentali ad aver visto le rovine inglobate nella foresta sono stati i portoghesi nel 1585, anche se quelli che hanno dato notorietà nel mondo ad Angkor ed hanno iniziato il lungo processo per liberarla dalla foresta sono stati i francesi nel 19° secolo.
Oggi 2 milioni di visitatori si recano qui ogni anno, facendo di Angkor una delle mete più visitate del Sud Est Asiatico; alcuni trascorrono qui anche una settimana visitando anche i tempi più remoti e tornando più volte ai templi più noti per vederli in momenti diversi della giornata con luci e riflessi diversi; solitamente bastano 3 giorni per vivere a pieno il fascino di questa città perduta.
Per visitare il sito si possono utilizzare differenti mezzi di trasporto, ad esempio l’auto o taxi, la mototaxi, la bicicletta, il tuk tuk, è anche possibile entrare a piedi e seguire i percorsi di trekking, oppure percorrere brevi tragitti a dorso di elefante dall’ingresso Sud di Angkor Thom a Bayon oppure salire per il tramonto a Phnom Bakkeng; infine si può salire con una mongolfiera fino ad una altezza di 200 metri per vedere le rovine dall’alto, è legata a terra quindi resta ferma in un unico posto, infine è anche possibile prendere l’elicottero per sorvolare le rovine.
Per recarsi nelle zone fuori dai percorsi classici, è necessario procurarsi una guida esperta poiché tutta quest’area è stata interessata dalla guerra civile ed è ancora in corso il processo di sminamento, è raccomandabile affidarsi a chi conosce bene il territorio per essere certi di transitare in aree sicure.
Da non perdere in un’area piuttosto contenuta e vicina a Siem Reap sono: Angkor Wat, Angkor Thom,La terrazza degli elefanti e Bayon e Ta Prohm.
Quando atterriamo sono le 12,00, sbrighiamo le procedure di immigrazione e poi il transfer ci porta all’Hotel Grand D’Angkor di proprietà della catena Raffles; è un hotel storico aperto nel 1929, è una delle soluzioni più di lusso in città, qui hanno soggiornato personaggi famosi in visita alle rovine Khmer come ad esempio Jackie Kennedy; l’edificio che lo ospita è imponente e color crema, entrando sembra di essere catapultati indietro nel tempo al periodo coloniale, gli uscieri indossano abiti d’epoca, gli arredi e l’atmosfera riflettono l’opulenza di quel periodo il tutto con un servizio impeccabile a 5 stelle.
Andiamo subito dal Concierge e organizziamo le nostre visite ad Angkor: abbiamo preso una guida con autista per tutti i 3 giorni che siamo qui iniziando subito dal pomeriggio.
Alle 14,00 partiamo dall’hotel, l’ingresso di Angkor dista solo 8 km da Siem Reap arriviamo in un attimo; al gate non c’è nessuno, probabilmente al mattino ci sarà più ressa: facciamo il biglietto valido per 3 giorni, le opzioni sono un giorno, tre giorni, anche non consecutivi e una settimana; ci fanno la foto con la webcam e la stampano sul biglietto; cosi nei prossimi giorni eviteremo le eventuali code ed entreremo direttamente.
Come prima cosa andiamo a visitare Prasat Kravan, è uno dei templi più antichi di Angkor è del 10° secolo, è in mattoni rossi e ci ricorda un po’ i templi di Bagan in Birmania; è orientato a Est ed è stato dedicato al dio hindu Vishnu e il suo nome significa “tempio del cardamomo” in khmer.
Ha cinque torri allineate su un basamento, quella centrale molto probabilmente era più alta delle altre, ma non è arrivata intatta fino ai giorni nostri; la nostra guida ci spiega che la sua forma rappresenta l’universo per gli hindu: la torre centrale e più alta rappresenta il Monte Meru dove vivono le divinità, le altre torri rappresentano le montagne dell’Himalaya, lo spiazzo antistante al tempio rappresenta la pianura o la terra dove vivono gli uomini e il piccolo fossato che lo cinge rappresenta l’oceano, in pratica è la rappresentazione dell’India.
Le torri sono cave e al loro interno erano decorate, purtroppo solo due hanno ancora i bassorilievi incisi sui mattoni, rappresentano Vishnu, nella torre centrale, e la sua sposa Lakshmi, nella torre nord; è l’unico tempio di Angkor che presenta questa tecnica.
La porta di ingresso alle cinque torri è di arenaria finemente scolpita, il bianco di questa pietra risalta sul rosso dei mattoni del tempio; facciamo molte foto ai bassorilievi di Vishnu e Lakshmi dentro alle torri ma anche alle lavorazioni degli stipiti e dell’architravi delle porte; infine scattiamo immagini anche del tempio nella sua interezza.
Andiamo sul retro del tempio che è illuminato dal sole del pomeriggio, sembra di un rosso più acceso, in cielo c’è la luna, come non scattare altre fotografie.
Veniamo assaliti dai bambini che si offrono come guida o che vendono cartoline e souvenir; Leng, la nostra guida, ci dice che vengono qui anziché andare a scuola, forse non è la scelta migliore per il loro futuro ma molto probabilmente sono la fonte di reddito principale della famiglia, in compenso stanno imparando tutte le lingue del mondo dai turisti.
Torniamo alla nostra macchina e andiamo al secondo tempio che vedremo oggi: Pre Rup; non è molto lontano, ci arriviamo in poco tempo.
E’ molto più grande di Prasat Kravan, e l’impatto è notevole, anche questo è del 10° secolo; il suo nome significa “girare il corpo” gli studiosi pensano che fosse il luogo per le cremazioni.
Anche in questo caso il tempio rappresenta l’universo induista ma la struttura è molto diversa dal tempio visitato in precedenza; la pianta è quadrata con doppio giro di mura all’interno delle quali c’è una piramide a tre livelli sormontata da cinque torri, quattro agli angoli e una al centro più alta.
E’ stato costruito in laterite, arenaria e mattoni in diversi momenti ed è incompiuto; è dedicato al dio Shiva, con la luce del tardo pomeriggio il rosso dei mattoni sembra fuoco.
Passate le mura saliamo per una scala in muratura che ci porta a una prima terrazza, da lì con una scala ancora più ripida arriviamo alla terrazza più alta; non è una salita agevole i gradini, soprattutto quelli dell’ultima parte, sono molto ripidi però la salita merita la fatica e le vertigini.
Da qui si vedono da vicino le torri che con la luce del sole che sta per tramontare sono affascinanti, sembrano un dipinto e proiettano ombre lunghe sul tempio; all’orizzonte si vedono le risaie allagate, per un momento abbiamo la sensazione di essere nel 10° secolo; questo è uno dei posti migliori per ammirare il tramonto.
Scendiamo, prendiamo la macchina ed usciamo dal complesso, per oggi la visita è finita, siamo emozionati e se abbiamo trovato meravigliosi Prasat Kravan e Pre Rup che sono siti minori, ci chiediamo che meraviglia saranno quelli che vedremo domani, non vediamo l’ora.
Dopo una doccia rigenerante scendiamo nella lobby e prendiamo un aperitivo all’Elephant Bar in una sala che si ispira all’Elephant Bar di Phnom Penh, dobbiamo andarci.
Decidiamo di uscire per cena, quindi prendiamo un tuk tuk e ci facciamo portare all’Old Market, una serie di bancarelle vicino al fiume, siamo arrivati un po’ tardi, molti stanno già ritirando le merci, che non ci sembrano nulla di che, facciamo lo stesso un giro e poi ci dirigiamo verso Bar Street una via piena di ristoranti e pub; scegliamo di andare al The Red Piano, è un ristorante per turisti, ma sono tutti così, in Cambogia ci sono pochissimi ristoranti e sono per i visitatori.
Ha un menù immenso, con specialità di diverse cucine dai piatti cambogiani all’hamburger e al chicken tikka; stasera ceniamo francese e prendiamo due entrecote al roquefort con patatine fritte.
Dopocena andiamo al Night Market, qui gli oggetti in vendita sembrano più belli rispetto all’Old Market, ci sono anche qui magliette e souvenir ma si trovano anche statue di divinità hindu, gioielli e oggetti di legno intagliato; purtroppo non abbiamo più dollari americani ma solo euro e non li accettano come non accettano le carte di credito; peccato perché ci piace una statua di Ganesh, la ragazza che lo vende ci dice che ci può cambiare lei i soldi solo che non sa il cambio e si fida di quello che le diciamo noi, sono proprio ingenui, potrebbero facilmente essere vittime di truffatori ed approfittatori.
Dobbiamo comprare qualche regalo da portare a casa ma tanto le prossime sere saremo ancora qui.
Andiamo a cercare un tuk tuk e ci facciamo riportare in hotel.
Il mattino seguente ci alziamo presto, facciamo colazione in giardino ed andiamo in reception dove c’è Leng che ci aspetta, dopo il breve assaggio di ieri siamo ancora più emozionati al pensiero di quello che ci aspetta oggi.
In un attimo siamo all’ingresso, è decisamente più affollato rispetto a ieri pomeriggio ma noi abbiamo il pass e quindi entriamo direttamente.
Questa giornata è interamente dedicata alla visita di Angkor Thom, l’ultima delle capitali Khmer prima di essere sopraffatti dalla dominazione Siam; è stata edificata nel 12° secolo in prossimità delle altre città.
Dopo le meraviglie visitate oggi siamo stanchi ma appagati e felici torniamo in hotel.
Ci rilassiamo un po’ facendo un bagno in piscina e poi ci prepariamo per uscire a cena, c’è lo stesso ragazzo del tuk tuk di ieri sera, ci vede e ci chiama, fa tenerezza; ci siamo fatti portare in Bar Street e cerchiamo un ristorante per stasera.
Scegliamo un ristorante in stile coloniale, molto bello, saliamo al piano superiore ma non ha posto nella parte esterna della terrazza, pazienza; stasera si cena francese insalata di formaggio di capra e un‘entrecote con il roquefort.
Dopocena facciamo un giro al Night Market, ci siamo portati i contanti e compriamo sia qualcosa per noi sia qualche oggetto da regalare; vediamo la ragazza di ieri sera che ci ha cambiato i soldi, lei ci saluta sorridendo e sventolando la mano.
Dopo lo shopping torniamo in hotel e andiamo a bere qualcosa all’Elephant Bar, ripensiamo alla giornata di oggi e riguardiamo qualche foto, siamo estasiati.
Entriamo ad Angkor Thom dall’ingresso Sud, percorriamo il ponte a piedi, su entrambi i lati del ponte si trovano una serie di statue; ci fermiano a scattare qualche fotografia e poi entriamo dalla porta in pietra.
Abbiamo deciso di visitare Angok Thom a piedi, percorrendo sentieri che si addentrano nella foresta, ovviamente accompagnati dalla nostra guida, lo preferiamo all’auto; un altro modo interessante per visitare questa meravigliosa città dal passato glorioso è in bicicletta o con un tuk tuk.
Come prima cosa ci dirigiamo verso il Bayon, che emozione vederlo emergere dalla vegetazione; come prima cosa facciamo un giro tutto intorno al tempio per cogliere ogni inquadratura e particolare, poi ci avviciniamo ed iniziano la sua esplorazione, salendo fino in cima.
Usciamo da Angkor Thom, da qui prendiamo l’auto e andiamo a visitare un’altra meraviglia di Angkor: Ta Prohm; è uno dei templi più scenografici, ricoperto dalle radici degli alberi.
La mattina è volata e decidiamo di tornare in hotel per pranzo, andiamo al Café d’Angkor, dove solitamente facciamo colazione, ci sediamo fuori nel patio, il menù ha piatti da tutto il mondo, prendiamo l’Amok di pesce con il riso Jasmine, la cucina cambogiana ci ha proprio stregato
.
Dopo pranzo abbiamo un po’ di tempo prima che Leng torni a prenderci, ci mettiamo in piscina a prendere un po’ di sole.
Alle 15,00 ripartiamo, in questi giorni abbiamo visitato tanti templi, ma abbiamo tenuto per ultimo quello più spettacolare: Angkor Wat.
E stato costruito nel 12° secolo, Angkor Wat significa “città tempio” è il più esteso e stupefacente di tutta Angkor ed è anche il meglio conservato poiché, a differenza degli altri templi, non è mai stato abbandonato del tutto.
Dopo aver trascorso tutto il pomeriggio ad Angkor Wat estasiati dai bassorilievi delle Apsara e delle scene tratte dal Ramayana e degli altri poemi epici hindù, e dopo aver ammirato la magnificenza di questo posto, siamo tornati in hotel.
Avevamo aspettative alte e sono state ampiamente superate da questa magnificenza dell’impero Khmer
Stasera non abbiamo voglia di andare in città, decidiamo di cenare in hotel,ovviamente decidiamo di cenare cambogiano (link food), ancora!
Ci godiamo l’ultima serata in questo hotel meraviglioso, dovessimo tornare ad Angkor pernotteremmo sicuramente qui.
Chiudiamo le valigie, domani partiamo, abbiamo un volo per Phnom Penh, la capitale della Cambogia.