Gli Yoruba sono una popolazione di circa 40 milioni di persone che vivono nei territori dell’Africa Occidentale, soprattutto in Nigeria e Benin ma si trovano anche in Togo e Ghana.
Tra le tradizioni degli Yoruba ne esiste una di particolare interesse, ed è legata alla tradizione delle maschere Egun o Egungun che letteralmente significa scheletro o morto che cammina.
Egungun è la parola yoruba che si riferisce agli antenati, per gli Yoruba il culto degli antenati occupa una posizione di primo piano, credono infatti che gli spiriti debbano essere rispettati e onorati in quanto posso influenzare positivamente o negativamente la vita umana.
Il culto Egungun è custodito da una società segreta di sacerdoti ballerini mascherati che hanno il compito di assicurare agli antenati un posto tra i vivi.
I sacerdoti Egungun e gli iniziati sono addestrati nella comunicazione ancestrale con il regno dei morti, sono incaricati di invocare e far emergere gli antenati.
Indossano costumi elaborati, maschere e grazie al ritmo dei tamburi e con la danza cerimoniale, i sacerdoti Egungun vengono posseduti dagli spiriti degli antenati, manifestandosi come un’unica entità.
Durante i rituali Egungun, i sacerdoti posseduti dagli spiriti degli antenati ripuliscono spiritualmente la comunità cancellando gli errori umani e ristabiliscono un equilibrio cosmico.
Le maschere Egun sono spettacolari, sono molto elaborate e i costumi, a volte pesantissimi, sono colorati e realizzati utilizzando dei tessuti ricamati e dai colori vivaci.
Le maschere Egun si possono vedere tra le strade della città di Ouidah, in Benin, durante il Festival del Vudù che si tiene ogni anno il 10 gennaio, durante i funerali nei villaggi e nei festival che si tengono ogni anno, solitamente a giugno, nelle comunità Yoruba.
Nel rituale Egungun, il ballerino è completamente vestito in modo da non essere visto o identificato, le maschere sono di diversi tipi: molte sono costituiti solo da tessuti di colore rosso e pelle che ricoprono tutto il corpo, il danzatore guarda attraverso una fitta rete che ne nasconde i lineamenti, altri indossano effettivamente delle maschere davanti al viso, mentre altri ancora indossano una testa scolpita che posizionano sopra la testa; più sontuoso è il tessuto di un costume, più influente è chi lo indossa.
Solitamente dopo una veglia che dura tutta la notte nel bosco fuori dal villaggio, le maschere Egun vengono risvegliate da un tamburo e si preparano a riunirsi nella piazza del paese.
I sacerdoti mascherati parlano in toni gutturali o acuti, e sono sempre accompagnati dai guardiani, i Marivo, che sono i mediatori tra la maschera e il mondo esterno.
Al ritmo dei tamburi le maschere entrano in azione, volteggiando davanti alla folla con completo abbandono, è considerato estremamente pericoloso avvicinarsi troppo agli spiriti dei defunti e i tutori inibiscono movimenti pericolosi ed evitano che le maschere possono sfuggire al controllo e ferire gravemente gli spettatori.
I bambini sono terrorizzati dalle maschere danzanti e spesso le maschere si lanciano all’inseguimento degli spettatori che scappano per non essere toccati.
Se si viene toccati è segno di cattivi presagi e i custodi hanno il compito di tenere a distanza le maschere dalle persone, sfortunatamente mi è capitato di essere colpito a tradimento da una maschera durante il festival del vudù mentre la stavo fotografando, devo confessare che lo scudo con cui mi ha colpito rivestito di denso olio di palma arancione è stato piuttosto sgradevole.
Le ampie maschere realizzate con numerosi strati di tessuti rendono la danza ipnotica e gli Yoruba credono che il vento causato dal movimento vorticoso dei pesanti vestiti porti sicurezza e promesse di fortuna.
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