Una delle emozioni più grandi, intense e difficili da raccontare a parole l’abbiamo provata quando siamo andati in Tanzania, uno dei paesi più belli dal punto di vista naturalistico e faunistico.

Durante questo viaggio abbiamo fatto 15 giorni di safari in diversi parchi naturali, conservation area e game reserve, ma lo spettacolo più bello lo abbiamo visto nel Serengeti Mara.

Il Serengeti è il parco più importante e visitato del nord della Tanzania, è molto esteso, è una pianura di 30.000 kmq, al cui interno vivono moltissimi animali tra cui leoni, iene, leopardi, ghepardi, elefanti, rinoceronti, ippopotami, giraffe, zebre, bufali, gazzelle di Thompson, sciacalli, otocioni, gattopardi, caracal, genette, manguste, facoceri, impala, orici, dik dik, antilopi d’acqua, antilopi topi, eland, coccodrilli, ippopotami, oltre 400 specie di uccelli e 1,8 milioni di gnu.

Abbiamo studiato molto per preparare questo viaggio, il nostro obiettivo era vedere la Grande Migrazione, ma avevamo difficoltà a reperire informazioni attendibili in merito a dove si trovasse la migrazione nel periodo in cui saremmo stati in Tanzania.

Alla fine abbiamo trovato il sito di un’agenzia di base ad Arusha ma gestita da italiani; non solo il sito è fatto molto bene e fornisce molte informazioni utili, loro sono anche gentili e preparatissimi e alla fine abbiamo organizzato il viaggio con loro e con Dominik, una guida molto preparata e competente che ci ha accompagnato per tutti i parchi del nord della Tanzania.

Abbiamo trascorso in tutto 4 giorni all’interno di questo parco, 2 giorni nel Serengeti Seronera dove, in agosto, grazie al periodo secco, gli animali di radunano presso le poche fonti di acqua e quindi gli avvistamenti, soprattutto dei felini, sono molto facili e numerosi; gli altri 2 giorni invece li abbiamo fatti nel Serengeti Mara proprio per tentare di vedere la migrazione e l’attraversamento del fiume Mara.

Siamo partiti  in auto con la nostra guida da Seronera quando c’era ancora buio, poco dopo il cielo ha iniziato a diventare sempre più chiaro finché non è sorto il sole.

In Africa non solo i tramonti hanno colori spettacolari, anche le albe sono mozzafiato; ci siamo fermati in prossimità di una pozza piena di ippopotami giusto il tempo di fare colazione e scattare qualche foto e poi siamo ripartiti.

Man mano che viaggiavamo verso nord abbiamo iniziato ad incontrare mandrie di gnu che, in rigorosa fila indiana, avevano iniziato a scendere verso il Serengeti centrale.

Era troppo presto per la discesa, solitamente iniziano a scendere ad ottobre con le prime piogge, la nostra guida li guardava e scuotendo il capo, quasi disperato per loro e ripeteva “è troppo presto, sono stati ingannati dalle nuvole di ieri sera,  hanno sentito l’odore dell’acqua…ma dovranno tornare indietro…è troppo presto e non pioverà ancora per un bel po’, poverini quanta strada che percorrono…'”

Noi eravamo estasiati nel vedere questo spettacolo, file infinite di gnu in fila indiana, a perdita d’occhio, il loro manto scuro in contrasto con l’erba gialla seccata dal sole, impossibile da descrivere; abbiamo provato un’emozione fortissima.

Dominik ci guarda, capisce il nostro stato d’animo e ci dice “Ragazzi, questo non è ancora niente, state per assistere a uno degli spettacoli più belli che la natura ci può regalare”.

Ancora di più non vediamo l’ora di arrivare, più ci dirigiamo verso nord e più vediamo gnu, alcuni, ingannati, scendono verso sud, altri, che forse hanno scoperto l’inganno, si dirigono verso nord; ad un certo punto ovunque puntassimo lo sguardo c’erano colonne di gnu in cammino, sempre in fila indiana, fiduciosi nel seguire chi stava davanti a loro.

Dopo 5 o 6 ore di viaggio, su l’unica strada sterrata che attraversa il parco e arriva fino al confine con il Kenya, finalmente arriviamo nel Mara.

Passiamo in prossimità di un piccolo fiume e c’è un gruppo di gnu e zebre che scendono a bere, attraversano e risalgono dalla parte opposta; noi scattiamo un sacco di fotografie perché la scena è molto bella ma Dominik ci dice “ma questo non è niente” e proseguiamo.

Ci chiediamo dove sarà il fiume Mara mentre lui continua a guidare, ad un certo punto davanti a noi si apre uno spiazzo e poco oltre vediamo il fiume: è molto grande, le acque sono impetuose e le banchine alte e scoscese.

Poco più avanti c’è una enorme ansa e sulla penisola che si è venuta a formare ci sono decine di migliaia di gnu, tutti ammassati nell’attesa di capire cosa fare, aspettando che qualcuno faccia la prima mossa, prenda coraggio ed inizi ad attraversare.

Non si capisce da che parte potrebbero scendere se verso di noi o dalla parte opposta, alcuni sono scesi dalla scarpata e scrutano il fiume da una piccola spiaggia sabbiosa.

Dominik ci dice che potrebbero metterci anche ore a decidersi, perché sono paurosi e cercano di valutare bene il punto dell’attraversamento, l’acqua non deve essere troppo profonda altrimenti potrebbero affogare, devono esserci pochi sassi perché potrebbero rompersi le zampe saltando, devono trovare una via facile di risalita dall’altra parte e poi devono stare attenti ai coccodrilli che sono in attesa del loro pasto.

Dopo 10 minuti scarsi iniziano ad attraversare, che emozione e che fortuna! La nostra guida era incredula, non gli era mai capitato che attraversassero appena arrivato sulla riva del fiume; scopriremo poi che alcune jeep erano li appostate da 8 ore.

I primi gnu iniziano timidamente ad attraversare, paurosi e incerti di quello che potrebbe succedere, ma subito dietro di loro altri gnu più sicuri seguono chi li precede; si forma una fila di gnu che, non senza fatica, raggiungono la sponda opposta.

Incredibile e indescrivibile!

Scattiamo centinaia di foto, panoramiche e primi piani, e non riusciamo a smettere mentre il tempo sembra dilatarsi, non sappiamo più da quanto tempo siamo lì e loro continuano ad attraversare.

Dominik ci dice “proviamo a cambiare posizione e ad avvicinarci un po’” facciamo una corsa in jeep sperando che nel mentre l’attraversamento non si interrompa.

Arriviamo nuovamente sulla riva e ci nascondiamo dietro a un grosso cespuglio per non disturbarli o spaventarli, anche se comunque siamo a una certa distanza; intanto l’attraversamento continua, sempre in fila indiana, a volte una sola fila, a volte 2 o 3, ma non di più.

In certi punti la corrente è più forte e la fila sembra allungarsi verso valle trascinata dalla corrente, gli gnu usano tutta la forza in loro possesso per vincere la resistenza dell’acqua e arrivare sulla sponda opposta.

Scattiamo altre centinaia di fotografie: gnu in attesa di scendere dalla banchina, gnu sulla spiaggia timorosi di mettere gli zoccoli in acqua, gnu che attraversano camminando sul fondo o saltando per avere meno resistenza dall’acqua, gnu che arrivano sulla sponda opposta bagnati e stremati.

Inevitabilmente qualcuno si ferisce o affoga, purtroppo è la natura; vediamo una scena straziante di un cucciolo che, una volta arrivato sulla sponda opposta, si accorge di avere la zampa rotta e a stento riesce a camminare, la mamma lo guarda perplessa e poi si volta e lo abbandona lì a pochi passi dalla sponda.

Noi siamo lì inermi, purtroppo non si può fare nulla per il cucciolo che piange e chiama la mamma, lei poco dopo, mossa dall’istinto materno, torna e cerca di portarlo con sé, ma lui non riuscirà mai a tenere il passo del branco con la zampa rotta; la mamma dovrà scegliere tra il restare con il suo cucciolo e mettere a rischio anche la sua vita lontana dal branco oppure proseguire ed abbandonarlo al suo destino.

Dopo aver scattato foto per non so quanto tempo e aver visto migliaia di gnu impegnati nell’attraversamento, proseguiamo per la nostra strada e arriviamo finalmente al nostro campo tendato.

Qui non esistono strutture permanenti, ci sono solo campi mobili che seguono la migrazione nel suo peregrinare o campi semi-mobili montati per la stagione in prossimità del fiume Mara; è molto suggestivo alloggiare in un campo tendato, noi lo preferiamo ad altre tipologie di strutture inoltre consente di preservare dal cemento questo angolo di paradiso.

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