Una delle icone della città di Istanbul in Turchia è la Basilica di Santa Sofia, che domina il quartiere del Sultanahmet; questa è la zona più turistica della città, grazie alla concentrazione incredibile di monumenti storici.
La Basilica di Santa Sofia, Aya Sofia in turco o Hagia Sophia in greco, è uno splendido esempio di architettura bizantina; la sua costruzione fu voluta dall’Imperatore Giustiniano e venne dedicata alla Sapienza di Dio.
La costruzione iniziò nel 532 sul terreno dove, in precedenza, sorgeva una vecchia chiesa che venne demolita per lasciare il posto alla basilica; i lavori di costruzione durarono solamente 6 anni, un tempo record per quel periodo, e vennero impiegati circa 10.000 operai.
Una volta completata l’enorme chiesa di Santa Sofia divenne la sede del Patriarca di Costantinopoli ed il luogo deputato alle cerimonie reali bizantine.
La storia della basilica e della sua struttura è piuttosto tormentata, la cupola che oggi vediamo, e che ne fa un capolavoro di architettura, non è quella originaria che crollò in seguito a un violento terremoto, successivamente, sempre a causa di altri terremoti, fu necessario consolidare e rinforzare la cupola in più fasi; come se non bastasse la basilica subì saccheggi durante le crociate ed infine venne saccheggiata e poi trasformata in moschea quando l’impero ottomano conquistò Istanbul.
Una delle icone indiscusse della città di Istanbul in Turchia è la Basilica di Santa Sofia, che domina il quartiere del Sultanahmet.
Santa Sofia venne convertita in moschea nel 1453, durante il regno ottomano, e rimase sede del culto islamico fino a quando, nel 1935, il presidente Ataturk trasformò l’edificio in museo.
Nel luglio del 2020 Erdogan ha abolito il decreto con cui il presidente Ataturk stabilì che Santa Sofia era un museo, quindi da questo momento l’edificio torna ad essere nuovamente una moschea.
Perché la Basilica di Santa Sofia a Istanbul è così famosa?
I motivi per cui la Basilica di Santa Sofia a Istanbul è così famosa e visitata ogni giorno dai viaggiatori provenienti da tutto il mondo sono diversi.
La basilica di Santa Sofia a Istanbul non solo in passato è stata la più grande sede della cristianità fino al 1453, infatti è molto più antica rispetto alla Basilica di San Pietro a Roma di circa 1000 anni; ma oggi, oltre ad essere uno dei simboli della città di Istanbul, è anche stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Ma è anche la straordinaria struttura che rende unica Santa Sofia; la sua cupola di 30 metri di diametro sembra sospesa in aria sopra la navata centrale della chiesa a oltre 56 metri di altezza, le imponenti colonne che sostengono il suo enorme peso sono state nascoste nelle mura perimetrali lasciando lo spazio sottostante la cupola completamente vuoto; le 40 finestrelle che sono state collocate nel muro circolare alla base della cupola, aumentano la sensazione di leggerezza della struttura.
La struttura della Basilica di Santa Sofia a Istanbul
L’esterno della Basilica di Santa Sofia non è così armonioso come altre moschee di Istanbul, ad esempio la Moschea Blu; i massicci contrafforti aggiunti per rinforzare le pareti e per sostenere l’enorme cupola rendono la struttura piuttosto graziata, i minareti, aggiunti dagli ottomani quando venne trasformata in moschea, riescono solo in parte a dare armoniosità alla struttura.
L’interno della di Aya Sofia invece è grandioso e lascia senza parole chi la visita per la prima volta, potete immaginare lo stupore quando i primi visitatori entrarono nella basilica oltre 1500 anni fa, quando non esisteva altra chiesa al mondo che potesse rivaleggiare in bellezza e grandiosità.
La navata centrale presenta uno spazio enorme e vuoto, gli unici elementi presenti sono i massicci lampadari che scendono dal tetto fino a pochi metri da terra; questi lampadari vennero
aggiunti solo in epoca ottomana, in precedenza la basilica era illuminata con lanterne ad olio, che sicuramente le conferivano un maggiore misticismo e solennità.
Sopra alla navata centrale si trova l’enorme cupola che vista dall’esterno sembra una struttura massiccia e sgraziata, mentre dall’interno sembra così leggera, quasi ad elevarsi verso il cielo.
I mosaici che rivestono l’interno della basilica sono spettacolari: oltre 30 milioni di tessere dorate decorano le pareti e la cupola di Santa Sofia, particolarmente significativi e meravigliosi quelli che raffigurano la Madonna con il Bambino nell’abside e il Cristo Pantocratore, raffigurazione tipica del periodo bizantino, sopra alla porta imperiale.
Per osservare meglio i mosaici è necessario salire alle gallerie superiori, disposte a ferro di cavallo attorno alla navata centrale, nelle gallerie superiori sono presenti numerosi mosaici, qui si trova anche la Loggia dell’Imperatrice, il luogo da dove i reali presenziavano alle cerimonie.
Durante gli anni di dominio ottomano i mosaici vennero coperti con uno strato di calce poiché Aya Sofia venne trasformata in moschea mentre le raffigurazioni erano cristiane, inoltre per la religione mussulmana è vietato raffigurare persone o figure religiose; fortunatamente i mosaici non vennero distrutti, così oggi è possibile ammirarli in tutto il loro splendore.
Gli ottomani aggiunsero i quattro minareti che sono ancora visibili all’esterno, dove vennero costruite anche alcune fontane per le abluzioni; mentre all’interno venne aggiunto il minbar, il pulpito da cui l’imam parla ai fedeli, e il mihrab, la nicchia che indica la direzione in cui si trova la Mecca.
Nell’800, ai quattro angoli della navata centrale, vennero aggiunti quattro grossi medaglioni neri, qui si trovano scritte dorate in alfabeto arabo che altro non sono che il nome di Allah, di Maometto e dei primi califfi; ad essere onesti, ora che i mosaici sono stati riportati all’antico splendore, rovinano un po’ l’aspetto e le forme perfette della basilica originaria.
Sembra che questi medaglioni vennero realizzati in pelle di cammello.
Gli ottomani rimasero così colpiti dalle forme della Basilica di Santa Sofia che la utilizzarono come esempio per la costruzione di altre moschee sia a Istanbul sia altrove.
Curiosità legate alla Basilica di Santa Sofia a Istanbul
Ci sono alcune curiosità e leggende legate alla Basilica di Santa Sofia a Instanbul.
La leggenda racconta che per rafforzare e abbellire l’interno della chiesa, vennero utilizzate alcune colonne provenienti da una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico, ossia dal Tempio di Artemide ad Efeso, che da tempo era stato abbandonato e distrutto; in realtà questa informazione non è mai stata né confermata né smentita dagli studi effettuati sulla Basilica di Santa Sofia.
Ulteriori materiali da costruzione potrebbero provenire da antichi siti come Baalbeck in Libano e Pergamon in Turchia
Un’altra leggenda riguarda una delle 107 colonne che si trovano all’interno della Basilica di Santa Sofia: la colonna conosciuta come la colonna piangente; si narra che questa colonna abbia poteri miracolosi dovuti a San Gregorio dei Miracoli.
La colonna piangente si trova nella parte nord-occidentale di Aya Sofia, la si riconosce facilmente, non solo perché è parzialmente ricoperta in bronzo, ma anche perché solitamente ci sono diverse persone nelle sue vicinanze; nella colonna è presente un foro nel marmo e la leggenda vuole che, quando si inserisce un dito nel foro, se questo esce umido, allora si può ottenere la guarigione divina dai mali di cui si è afflitti.
Aggiornamento del 14 luglio 2020 riguardante la Basilica di Santa Sofia a Istanbul
La Basilica di Santa Sofia non è più un museo, in seguito all’abolizione del decreto presidenziale di Ataturk da parte dell’attuale presidente Erdogan, ma è tornata ad essere una moschea; quello che in molti si sono chiesti è se sarà possibile continuare a visitare questa meraviglia architettonica.
Le informazioni rilasciate dal Ministero del Turismo Turco sembrano confermare che, nonostante Santa Sofia ora sia tornata ad essere un luogo di culto, i turisti potranno visitarla anche in futuro.
Resta però da capire se i pavimenti originari verranno coperti con i tappeti tipici dei luoghi di culto islamici; inoltre non è chiaro quale sarà la sorte dei mosaici presenti sulle pareti in quanto all’interno delle moschee è vietato avere raffigurazioni di uomini e animali, solitamente infatti vengono raffigurati piante, fiori o figure geometriche, sembra che verranno coperti da teli durante le funzioni religiose mentre verranno scoperti quando Aya Sofia è aperta alle visite turistiche.