Della Thailandia sono famose le spiagge, il mare cristallino e il buon cibo, ma per gli amanti di archeologia e storia il paese ha molto da offrire e Kamphaeng Phet ne è un esempio.
La città venne costruita come roccaforte del regno di Sukhothai, la città fortificata è in parte giunta fino ai giorni nostri e le alte mura sono ancora visibili, bastioni alti 6 metri eretti a difesa dei palazzi e dei templi che si trovavano all’interno, anche il nome della città deriva dalle sue mura, Kamphaeng Phet può essere tradotto con “le mura di diamante”.
A differenza dei siti archeologici thailandesi più famosi, come Sukhothai e Ayutthaya qui ci sono molto meno visitatori e, quando lo abbiamo visitato noi, avevamo tutto il parco storico solo per noi.
L’area da visitare non è molto estesa e si può facilmente visitare a piedi, in bicicletta o approfittare di uno dei tuk tuk che si offrono all’ingresso.
Protetti dall’Unesco i resti di questa antica città sono interessanti e nascondono alcuni capolavori di architettura, come ad esempio il Wat Phra Kaew o “tempio del Buddha di Smeraldo”, questo è il tempio più grande dell’area centrale, le sue tre grandi statue del buddha, uno sdraiato e due sedute, sono quasi ipnotiche e regalano un senso di tranquillità e serenità.
Se siete appassionati di fotografia come noi preparatevi a riempire la memoria della vostra reflex!
I chedi a forma di campana, in stile Sukhothai, sono generalmente in un buono stato di conservazione, alcuni sono andati distrutti, ma restano alcuni elementi interessanti come ad esempio la base di un chedi che poggia sul dorso di 32 elefanti realizzati in pietra in stile di Sukhothai, i pachidermi ospitati in nicchie alla base della piattaforma escono fieri con metà del corpo e sembrano sostenere il tempio, sfoggiando belle zanne e lunghe proboscidi ancora intatte.
Un altro esempio superbo è il Wat Chang Rop, il suo imponente chedi si ergeva su un basamento quadrato ben conservato, ogni lato misura 31 metri ed è circondato da 68 statue di elefanti sporgenti dalla struttura.
Salendo una ripida scalinata si giunge alla grande piattaforma sulla parte superiore della base, al centro della quale sorgeva la guglia, quasi interamente crollata.
Se passate da queste parti il nostro consiglio è di visitare questo luogo tranquillo e ricco di storia.