Il tema della partecipazione del Sultanato dell’Oman è “L’eredità nei raccolti” e trattandosi di un paese estremamente arido, l’importanza dell’acqua come risorsa da non sprecare, gestire e distribuire al meglio è il filo conduttore della visita.
La prima cosa che si nota all’ingresso è una grande meridiana che nell’antichità era usata per regolare la distribuzione dell’acqua ai vari villaggi e oggi rappresenta il forte legame del paese con le sue tradizioni e introduce alla prima parte dell’esposizione “Sfruttare ogni goccia d’acqua” che riproduce e illustra gli antichi sistemi di irrigazione, gli alfaj che sfruttano la gravità terrestre per convogliare l’acqua e che oggi sono conosciuti come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Le altre sezioni della visita sono “La nostra ricca eredità agricola”, “I tesori dei nostri mari” e “Benvenuti nella nostra casa” dove vengono illustrate le coltivazioni omanite che vanno dai datteri alle rose, i principali prodotti consumati dove spicca il pesce che conferma la ricchezza degli ambienti marini e dell’industria della pesca che ancor oggi basata su tecniche tradizionali e infine la casa omanita, icona dell’autentica e amichevole ospitalità araba, con il rito del caffè e dei datteri e con la condivisione di piatti saporiti e speziati.
Architettonicamente il padiglione è molto bello e spettacolare ricorda il paesaggio dell’Oman con le pareti di roccia, i palmeti e i caravanserragli e una fontana a sottolineare l’importanza della risorsa idrica; la notte le luci danno un’atmosfera da mille e una notte.
Da provare il take away e il ristorante dove gustare piatti tipici come le mezze arabe, Babaganoush, l’Hummus e il Tabbouleh, e altri piatti tipici della tradizione omanita; noi ce ne eravamo innamorati quando siamo andati in Oman (leggi qui) ed è stato un vero piacere ritrovare la cucina amanita qui ad Expo.