Una tappa del nostro viaggio in Oman è stata Jabel Shams, la montagna più alta dell’Oman; il motivo principale per cui si viene qui è Wadi Ghul, il Grand Canyon della penisola arabica, visitabile in giornata da Nizwa o da Muscat.
Da Nizwa prendiamo la stessa strada che abbiamo percorso per andare per andare a Bahla e Jabrin, ma ad un certo punto giriamo a destra seguendo le indicazioni per Wadi Ghul e Jabel Shams.
La strada inizia a salire a tornanti tra montagne brulle e poco dopo ci fermiamo a un lookout da dove si vede un villaggio con le case in fango e mattoni crudi che è stato abbandonato; è li abbarbicato al pendio della montagna mentre tutto intorno ci sono palme e subito sotto i campi coltivati che, con il loro verde brillante, sono una macchia di colore di forte impatto su uno sfondo monocromatico giallo ocra: è il villaggio di Ghul.
Da qui proseguiamo, i tornanti si fanno più stretti finché la strada diventa sterrata; non ci sono guardrail e non è uno scherzo guidare qui, la strada è a doppio senso di marcia, ma non è larga a sufficienza.
Le montagne intorno a noi sono spoglie e hanno diversi colori: dal giallo, all’arancione al verde, al marrone scuro; in certi punti le formazioni rocciose sembrano antiche colate laviche.
In un paio d’ore arriviamo a destinazione: a differenza degli altri wadi che abbiamo visto durante questo viaggio innanzitutto qui siamo sul bordo in alto e non sul fondo, inoltre il canyon è molto profondo, stretto e tortuoso; non si riesce ad avere una visione di insieme.
Ci sono però più lookout da cui si aprono delle vedute mozzafiato, peccato che il meteo non ci sia d’aiuto, infatti ci sono un po’ di nuvole che chiudono parzialmente la visuale, ma pare che sia abbastanza comune che qui il cielo non sia limpido.
I punti panoramici sembrano un po’ improvvisati, senza protezione né indicazioni, un po’ pericolosi a dire la verità, dobbiamo stare attenti perché si affacciano direttamente sul baratro; qua e là ci sono delle capre di montagna che si arrampicano ovunque, hanno il pelo lungo, sono molto belle, non si capisce se sono allo stato brado o se sono di proprietà di qualcuno.
Da alcuni lookout partono dei sentieri non segnati che portano ad altri punti panoramici dentro il wadi e uno di questi arriva fino sul fondo del canyon, è un percorso di trekking che richiede tempo e soprattutto allenamento.
Alle spalle di uno di questi lookout c’è una costruzione di sassi, al cui interno ci sono dei banchetti che vendono oggetti di artigianato, principalmente in pelo e pelle di capra; sembrano abbandonati ma appena ci avviciniamo appaiono dal nulla i venditori: qualche donna e dei ragazzini, a stento sanno qualche parola di inglese e quindi più che altro ci capiamo a gesti; compriamo qualcosa e proseguiamo.
Ci fermiamo per pranzo al Jabel Shams Resort, è necessario prenotare perché il ristorante è piccolo ed è l’unica struttura così vicino al canyon; dalla sala si ha una vista sulla vallata alle spalle del wadi, anche questa è affascinante.
Dopo pranzo ripartiamo e torniamo dalla strada da cui siamo venuti, adesso c’è più traffico rispetto all’andata, probabilmente è gente che si fermerà su a dormire; per chi è appassionato di trekking può essere la base per diverse escursioni.
Quando torniamo a valle andiamo a visitare un gioiello nascosto, Al-Hamra: un villaggio costruito in fango e mattoni crudi, come erano tutti i villaggi di questa zona prima che fossero ristrutturati con il cemento, nello stesso stile dei villaggi dello Yemen, dove noi vorremmo tanto andare prima o poi ma non è un paese facile da visitare, è un po’ pericoloso ma dev’essere meraviglioso.
Prima andiamo a un lookout da dove si vede tutto il villaggio color terracotta incuneato in una foresta di palme verdissime, meraviglioso; poi scendiamo e facciamo un giro in paese; purtroppo alcuni edifici sono abbandonati e in rovina, altri invece sono abitati e sono conservati meglio anche se un po’ fatiscenti, come tutto il villaggio del resto.
Il villaggio si sviluppa lungo la strada principale dove sorgono tutti gli edifici, da qui partono delle vie laterali che finiscono nel nulla del deserto da un lato e tra le palme che crescono sull’altro lato del villaggio; facciamo un po’ di foto cercando inquadrature insolite e poi lasciamo il villaggio.
Da qui torniamo verso Nizwa e andiamo a prendere l’autostrada, è nuovissima a tre corsie, e in poco meno di due ore arriviamo a Muscat.