Sono sufficienti 2 giorni per visitare Muscat ed immergersi nella sua atmosfera.
A differenza delle altri capitali del Golfo Muscat è rimasta fedele alle tradizioni anche grazie a una legge emanata dal Sultano che prevede che non vengano costruiti edifici troppo alti e che tutte le nuove costruzioni prevedano ornamenti e decorazioni tipiche della tradizione omanita; il risultato è una città armoniosa e ordinata.
Gli omaniti sono ospitali, socievoli, orgogliosi e rispettosi delle loro tradizioni; questo si riflette in molti aspetti della loro vita come ad esempio l’abbigliamento infatti quasi tutti indossano gli abiti tradizionali.
Le donne indossano l’Abaya, un abito lungo nero con il velo, il Hijab; mentre gli uomini vestono il Dishdasha, un abito solitamente bianco a tunica lungo fino ai piedi senza colletto con il Furakha, un ciondolo di seta cucito appena sotto al collo e portano il Kummah il tipico copricapo con ricami di vari colori, nelle occasioni ufficiali indossano il Mussar, un turbante blu.
La città di Muscat si estende per 50 km lungo la costa e alle spalle è orlata dai monti, l’effetto è scenografico: gli edifici bianchi, le montagne giallo/arancio e il blu dell’oceano indiano.
E’ facile da visitare in auto grazie alle infrastrutture moderne come l’autostrada che la attraversa e collega tutti i sobborghi; non è una città che si presta ad essere visitata a piedi se non per brevi tratti.
Gli omaniti, come tutti gli abitanti del Golfo, amano la velocità e le macchine che offrono prestazioni elevate, spesso li vedrete sfrecciare in autostrada, d’altronde quando la benzina costa solamente 0,20 centesimi di Euro e il tenore di vita è elevato non stupisce vedere una così alta concentrazione di Ferrari, Porsche, Maserati, ecc
Abbiamo iniziato la nostra visita da Al-Ghubrah e Ghala, meglio conosciuta come la Grand Mosque; è stata costruita una decina di anni fa dal Sultano senza badare a spese ed è uno splendido capolavoro dell’architettura islamica moderna.
La struttura è imponente ma l’esterno è interamente bianco ed essenziale, l’interno invece è riccamente decorato, in particolare la sala della preghiera principale dove c’è un tappeto meraviglioso 60×70 metri, gli omaniti sostengono che sia il più grande al mondo; al centro della sala un lampadario maestoso interamente di cristallo austriaco fa bella mostra di sé e tutto intorno i muri sono decorati finemente, in particolare in mirhab è meraviglioso.
I turisti possono entrare senza problemi, l’importante è indossare un abbigliamento “decoroso”: maniche e pantaloni lunghi, togliere le scarpe all’ingresso e le donne devono coprire la testa e i capelli con un velo.
Il cortile grande, dove c’è la fontana per fare le abluzioni, è perfetto per fare fotografie alla moschea, meglio andare al mattino per avere il sole a favore.
Il venerdì la moschea è chiusa alle visite perché è il giorno della preghiera.
Da qui siamo andati a Mutrah, quartiere che si affaccia direttamente sul mare e sul porto commerciale dove fa bella mostra di sé lo yacht di 155 metri del sultano, terzo al mondo per lunghezza.
Come prima cosa siamo andati al Mercato del Pesce, visto che è aperto solo dalle 6 alle 10 del mattino.
Non è per niente turistico, è uno spazio piuttosto piccolo sotto una tettoia che lo protegge dal sole e dal caldo; il pesce è appoggiato su banchi piastrellati oppure è posizionato in vasche utilizzate per tagliarlo e pulirlo.
I venditori sono solo uomini che indossano rigorosamente gli abiti tradizionali; non prestano molta attenzione ai pochi turisti che come noi girano facendo fotografie e sono concentrati nella loro attività.
Dal mercato decidiamo di andare verso il Souq e per raggiungerlo percorriamo in auto tutta la Corniche, il lungo mare del porto commerciale; circa a metà sorge una moschea che ha una meravigliosa cupola in piastrelle azzurre e blu come le moschee iraniane; purtroppo non è possibile visitarla se non si è mussulmani.
Arriviamo in prossimità del Souq e non è stato facile per AbdulMalik, la nostra guida, trovare parcheggio; c’è da dire che per la quantità di auto che hanno non ci sono molti parcheggi, questo principalmente in Old Town e a Mutrah, per fortuna che al momento non c’è molto turismo, ma mi auguro che trovino una soluzione prima di trovarsi sommersi dalle auto parcheggiate ovunque.
Il Souq di Mutrah è coperto da una struttura in legno e vetri colorati, sono presenti diversi negozi di artigianato e di specialità alimentari che sono di interesse sia per i turisti ma anche per gli omaniti che si recano qui regolarmente per fare la spesa o per acquistare un Khanjar, il pugnale tipico omanita che gli uomini indossano nelle grandi occasioni.
E’ il posto perfetto per fare shopping di souvenir e oggetti di artigianato, ma anche per uno spuntino.
A questo punto potevamo scegliere se tornare in hotel per rilassarci e per pranzare oppure proseguire la nostra visita, abbiamo scelto la seconda opzione e ci siamo recati a Old Muscat.
Si accede da un portale in stile arabo che faceva parte della cinta muraria della città, la strada scende verso il mare, la città vecchia è incuneata tra due promontori e l’oceano.
50 anni fa Muscat era solo questa, in pratica poco più di un villaggio di pescatori e un porto commerciale, Muscat in effetti significa “ancoraggio”.
Qui si trova il Palazzo del Sultano, o Al Alam Palace, è la residenza ufficiale del sovrano dell’Oman e della famiglia reale, anche se la nostra guida ci ha detto che adesso vivono altrove e il palazzo viene utilizzato solo per rappresentanza.
E’ una costruzione bizzarra con delle enormi colonne blu e oro a forma di fungo, è sormontato da un enorme pennone dove sventola la bandiera del sultanato, in passato, quando l’Oman era attivo nella tratta degli schiavi, se uno schiavo riusciva ad arrampicarsi sul tetto e toccava il pennone conquistava la libertà.
Il palazzo è chiuso al pubblico ma è possibile vederlo attraverso l’enorme cancello in ferro.
Alle spalle del Palazzo c’è Al-Jalali Fort, un forte costruito dal portoghesi nel sedicesimo secolo per proteggere Muscat dai pirati nel periodo in cui facevano base qui nella rotta per l’asia.
La sua architettura è stata presa a modello per costruire tutti i forti e torri di avvistamento dell’Oman, sia sul mare che nell’entroterra; a Muscat se ne vedono diversi arroccati sui vari promontori.
Poco lontano c’è il Museo Bay Al-Zubair, ospitato in un bel palazzo d’epoca, è piccolo ma lo abbiamo trovato interessante perché al suo interno sono stati raccolti una serie di oggetti, fotografie, mobili che costituiscono il patrimonio culturale dell’Oman.
Muscat è la base ideale per visitare l’Oman settentrionale, noi siamo partiti da qui l’indomani mattina per un tour di 5 giorni che ci ha portato a vedere Wadi Shab, Wadi Tiwi, Sur, Ras el Jinz, Wad Bani Khalid, il Deserto, Nizwa e Wadi Ghul e poi siamo ritornati a muscat e siamo andati ad Al Bustan per un po’ di relax e per prendere un po’ di sole.
Info utili per un viaggio in Oman
Stato: Sultanato dell’Oman
Capitale: Muscat
Lingua: Arabo
Moneta: Omani Rial OMR
Religione: Mussulmana
Compagnia aerea di bandiera: Oman Air
Quando andare in Oman
Il periodo migliore per visitare il paese va da ottobre a marzo quando il clima è più fresco e le temperature vanno dai 10 ai 19 gradi di minima e dai 28 ai 40 gradi di massima.
Il clima è tendenzialmente secco e soleggiato tutto l’anno.
Da evitare i mesi estivi quando le temperature diurne sfiorano i 50 gradi ed il clima è un po’ umido.
Consigli utili per un viaggio in Oman
Da portare in valigia: Creme solari ad alta protezione e occhiali da sole.
Indumenti leggeri, pantaloni lunghi e maglietta a maniche lunghe per visitare le moschee, un foulard per le donne sempre le moschee, una felpa pesante per l’escursione termica nel deserto.
Macchina fotografica con un obiettivo base, 18-90 è perfetto.
Consigli per la salute: portatevi i medicinali di prima necessità poiché è molto difficile trovare farmaci al di fuori della capitale.
Prestate attenzione all’acqua, sempre meglio evitare di ingerire l’acqua del rubinetto anche se non comporta grandi rischi per la salute come altrove.