Il Complesso di Bibi Khanym originariamente era composto da tre edifici ma la Madrasa di Bibi Khanym venne distrutta dallo Shah Nadir di Persia quando invase Samarcanda nel 1740; gli altri due edifici, la Moschea di Bibi Khanym e il Mausoleo di Bibi Khanym, invece sono sopravvissuti e sono arrivati fino a noi, anche se sono stati pesantemente ristrutturati.
Questo maestoso complesso venne finanziato con il bottino di guerra ottenuto da Tamerlano quando invase l’India; all’epoca era uno dei gioielli architettonici del suo immenso impero.
La Moschea di Bibi Khanym, all’epoca della sua costruzione, era una delle più grandi al mondo, la sua cupola infatti è alta 41 metri, davvero un’altezza impressionante ancora oggi.
Si narra che la moschea venne fatta costruire dalla moglie cinese di Tamerlano per fargli un regalo mentre lui era impegnato nella campagna in India.
La leggenda vuole che l’architetto incaricato della costruzione si innamorò della moglie di Tamerlano e chiese, alcuni dicono come parte del suo compenso altri dicono come condizione per terminare la moschea, di poterla baciare sulla guancia, lei acconsenti e l’impronta del bacio si impresse per sempre sulla guancia di lei; quando Tamerlano fece ritorno dall’India vide il segno sul viso della moglie e fece giustiziare l’architetto.
Alcuni dicono che Tamerlano fece decapitare anche la moglie, ma in realtà lei gli sopravvisse 4 anni e venne avvelenata da una delle figlie; quando la sua tomba venne aperta, negli anni 50 del XX secolo, il corpo era in un perfetto stato di conservazione e si scoprì anche che venne seppellita indossando gioielli bellissimi e preziosi, che ora si trovano all’Hermitage di San Pietroburgo; questa era una pratica tipica dei mongoli e non degli islamici
Altri sostengono che, da quel momento in poi, Tamerlano impose l’utilizzo del velo per le donne, così da non tentare gli uomini diversi dal marito.
Per costruire questa moschea sembra che gli architetti e i maestri vennero fatti arrivare da ogni parte dell’impero, vennero anche utilizzati gli elefanti per trasportare i materiali di costruzione.
I cancelli di ingresso di questo complesso erano in bronzo, ma vennero rubati da lo Shah Nadir quando ha invaso Samarcanda.
L’interno della moschea aveva molte decorazioni realizzate in carta pesta, purtroppo nel periodo in cui la moschea venne usata come deposito per l’attiguo mercato, alcuni merci presero fuoco e le decorazioni andarono perdute.
La moschea è inagibile, ci hanno detto che necessita di interventi di consolidamento, abbiamo potuto solamente spiare dalla griglia in legno che chiude l’accesso; in effetti l’interno è spoglio e una parte è collassata.
All’interno, incurante del potenziale pericolo, abbiamo visto un uomo che stava dipingendo un quadro che ritrae le rovine dell’edificio; una scena quasi romantica anche se un po’ decadente.
Nel giardino al centro del complesso si trova un enorme leggio in pietra, che una volta sorreggeva il Corano molto antico che abbiamo visto a Tashkent; la credenza popolare vuole che una donna, che vuole avere figli, debba passare carponi negli archi di pietra che sorreggono il leggio; mentre eravamo lì abbiamo visto diverse donne compiere questo rituale.
Dalla parte opposta rispetto alla moschea si trova il Mausoleo di Bibi Khanym, questo edificio in realtà è completamente nuovo, è stato ricostruito nel 2007; qui si trovano le tombe di Bibi Khanym, di sua madre e di due altre donne della sua famiglia, l’interno è finemente decorato.
Nel giardino ci sono enormi alberi che fanno ombra; ci siamo seduti un po’ sulle panchine a riposarci ma anche a osservare le persone, turisti e fedeli, e questi edifici, in particolare la moschea che è davvero bellissima.