Bisogna creare luoghi per fermare la nostra fretta e aspettare l’anima (Tonino Guerra)
Ci siamo ritrovati a Santarcangelo di Romagna quasi per caso, in realtà stavamo cercando un alloggio dove dormire qualche giorno per recarci al TTG alla Fiera di Rimini.
Durante la nostra ricerca abbiamo trovato un fantastico B&B proprio a Santarcangelo di Romagna: il B&Bio PaneMarmellata che ha subito catturato il nostro interesse e quindi eccoci qui.
Ovviamente il nostro spirito di esplorazione e avventura non ci abbandona mai, anche quando viaggiamo per lavoro, e quindi abbiamo iniziato a informarci in merito a cosa vedere a Santarcangelo di Romagna.
Abbiamo scoperto che il centro storico di Santarcangelo di Romagna si trova poco lontano da Rimini e il suo borgo medievale è adagiato sul Colle Giove; passeggiando per le sue vie e piazzette sembra di tornare indietro nel tempo, a quando la famiglia Malatesta governava queste terre.
Santarcangelo di Romagna è conosciuto anche come il borgo degli artisti e custodisce alcuni gioielli come la Rocca Malatestiana, il Campanone, i resti della doppia cinta muraria, alcuni interessanti musei, le chiese e le botteghe storiche, mentre nel sottosuolo si cela la meraviglia delle grotte tufacee.
Non vedevamo l’ora di arrivare a Santarcangelo di Romagna e partire alla scoperta dei suoi tesori.
Ci siamo resi conto immediatamente che Santarcangelo di Romagna custodisce molti luoghi interessanti da visitare; molti di questi si trovano all’interno dell’antico borgo, che è anche il centro della cittadina, ma sarebbe un errore trascurare le meraviglie che si trovano in periferia o nei comuni limitrofi.
Cosa vedere nel borgo antico di Santarcangelo di Romagna
Qui di seguito trovate i nostri consigli e i luoghi da non perdere a Santarcangelo di Romagna:
- La Piazza Ganganelli
- La Stamperia Marchi
- La Rocca Malatestiana
- Le grotte Tufacee
- I Musei
- Le opere di Tonino Guerra
- Il Borgo Medievale
Cosa vedere a Santarcangelo di Romagna: La Piazza Ganganelli
Piazza Ganganelli è la piazza principale di Santarcangelo di Romagna, da qui si accede al centro storico e al borgo medievale; è impossibile non trovarla poiché si trova lungo la direttrice principale che attraversa la cittadina e che arriva fino alla stazione.
Piazza Ganganelli ha una pianta irregolare, probabilmente dovuta alla mancanza di un progetto uniforme per l’edificazione degli edifici che la circondano; in realtà nel XVI secolo venne realizzato un progetto ma non venne mai portato a termine.
Questo progetto venne commissionato all’architetto Cosimo Morelliquando il cardinale Lorenzo Ganganelli, che nacque proprio a Santarcangelo di Romagna, venne eletto papanel 1769 con il nome di Clemente XIV.
Il progetto originale prevedeva diversi edifici porticati, che avrebbero ospitato le botteghe degli artigiani, oltre all’arco di ingresso, unica struttura che venne completata nel 1777, tre anni dopo che il papa morì, in circostanze poco chiare.
Oggi l’arco dedicato a Papa Clemente XIV, in stile neoclassico, realizzato in mattoni e marmo e sormontato da un enorme stemma papale, è visibile in un angolo della piazza Ganganelli.
L’arco di piazza Ganganelli è conosciuto dagli abitanti di Santarcangelo anche come l’Arco dei Becchi, ovvero l’Arco dei Cornuti.
Il motivo di questo bizzarro nomignolo è dovuto al fatto che, in occasione della Fiera di San Martino, l’11 novembre, sotto l’arco vengono appese delle grandi corna bovine; la tradizione vuole che le corna oscillino qualora un uomo tradito passi sotto l’arco.
Oltre all’arco in Piazza Ganganelli si trovano anche il monumento dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale, realizzato da Bernardino Boifava, e la Fontana della Pigna.
La Fontana della Pigna rappresenta la donna e la fertilità ed è stata realizzata da un’idea di Tonino Guerra, nato e vissuto proprio a Santarcangelo.
Cosa vedere a Santarcangelo di Romagna: La Bottega Stamperia Artigiana Marchi
La Stamperia Marchi è una delle botteghe più antiche d’Italia e conserva un tesoro unico nel suo genere: l’intero patrimonio decorativo del territorio romagnolo, visibile nelle tele che, ancora oggi, vengono stampate a mano come si faceva oltre 400 anni fa.
Presso la Bottega della Stamperia Marchi, fin dal 1633, si trova un antico e gigantesco mangano ancora funzionante; viene utilizzato ancora oggi per stirare i tessuti di lino, cotone e canapa.
Questo mangano è in pratica un argano a forza umana ed è unico nel suo genere; ha ruota lignea con diametro di cinque metri e può ospitare al suo interno due operai che, camminando, lo mettono in azione.
L’argano muove una grande pietra che è collocata su due rulli di legno, detti subbi, la tela da stirare si trova avvolta sul rullo e, con il movimento della pietra, viene stirata.
Successivamente la tela viene decorata utilizzando, ancora oggi, le tecniche del passato: stampi intagliati a mano nel legno di pero e antichi impasti di colore, come ad esempio il colore ottenuto impastando la ruggine del ferro, che da origine alla cosiddetta stampa a ruggine.
Una volta che la stampa è asciutta, il tessuto viene immerso in un acido per fissare il colore delle decorazioni.
Presso la Bottega della Stamperia Marchi è possibile acquistare diversi oggetti realizzati con le loro stampe.
Cosa vedere a Santarcangelo di Romagna: la Rocca Malatestiana
Sulla sommità del Colle Giove si erge imponente la Rocca Malatestiana, voluta da Sigismondo Malatesta ed è stata per alcuni secoli una delle dimore della famiglia Malatesta; oggi è una residenza privata, ma è possibile visitarla durante alcune occasioni.
Il mastio della Rocca Malatestiana venne eretto inglobando la base di una torre molto alta, che si trovava proprio in questo luogo; dalla sommità del mastio si può ammirare un panorama che spazia dal mare e da Cesena, fino a San Marino e alla Valle Marecchia.
Molti ritengono che questa dimora dei Malatesta fu il luogo in cui gli amanti Francesca da Rimini e Paolo Malatesta vennero uccisi da Gianciotto Malatesta, marito di Francesca e fratello di Paolo.
La storia di Paolo e Francesca venne narrata da Dante Alighieri nella Divina Commedia, ma in realtà non vi sono documenti che indichino, senza ombra di dubbio, il luogo in cui avvenne il duplice omicidio; nel corso dei secoli sono state formulate diverse ipotesi che prendono in considerazione diverse dimore dei Malatesta.
Non vi è nemmeno la certezza che Francesca da Rimini venne uccisa perché adultera; alcuni studiosi sostengono infatti che in realtà Gianciotto uccise la moglie poiché avesse intenzione di sposare un’altra donna per interesse economico.
Una leggenda popolare vuole che, nelle notti senza luna, il fantasma di Francesca, vestito di bianco, si aggiri per le vie del borgo alla ricerca della figlia che, dopo l’omicidio della madre, si rinchiuse in un convento di clausura per il resto della sua vita.
Cosa vedere a Santarcangelo di Romagna: le grotte tufacee
A Santarcangelo di Romagna, nelle viscere del Colle Giove, si trova un luogo unico e misterioso: le grotte tufacee.
Un fitto reticolo di cunicoli e grotte è stato scavato nell’antichità nell’argilla e nell’arenaria e, ancora oggi, non è chiara quale fosse la destinazione d’uso di questi spazi sotterranei; alcuni sostengono che fossero un luogo di culto, altri che venissero utilizzati come cantine, ma la vera motivazione che spinse a creare quest’opera, imponente per quei tempi, non è ancora nota.
E’ noto che nel medioevo nelle grotte venisse conservato il Sangiovese, vino tipico di queste terre, poiché la temperatura interna era perfetta a questo scopo; ma sembra che le grotte tufacee abbiano un’origine più antica, da qui l’ipotesi che fossero luoghi di culto paleocristiani, romani e/o bizantini.
Quello che invece è certo è l’utilizzo che ne venne fatto durante la Seconda Guerra Mondiale: le grotte tufacee offrirono rifugio agli abitanti di Santarcangelo di Romagna che vissero al loro interno nei momenti più difficili e pericolosi del conflitto, in quella occasione le grotte vennero collegate tra loro da corridoi e cunicoli per agevolare gli spostamenti e la comunicazione al loro interno.
Oggi alcune parti del fitto cunicolo di grotte tufacee appartengono a privati e sono state trasformate in cantine di case o di ristoranti, mentre un tratto è aperto al pubblico ed è possibile visitarlo partecipando a una visita guidata organizzata dall’ufficio del turismo di Santarcangelo.
Cosa vedere a Santarcangelo di Romagna: I Musei
A Santarcangelo di Romagna si trovano alcuni interessanti musei, alcuni dei quali unici nel loro genere, ecco cosa vedere:
- MUSAS, il Museo Storico Archeologico di Santarcangelo di Romagna
- Il MET, Il Museo Etnografico degli Usi e Costumi della Gente di Romagna di Santarcangelo di Romagna
- Il Museo di Tonino Guerra di Santarcangelo di Romagna
- il Museo del Bottone di Santarcangelo di Romagna
MUSAS, il Museo Storico Archeologico di Santarcangelo di Romagna
Il MUSAS, Museo Storico Archeologico è interamente dedicato ai reperti rinvenuti nel territorio di Santarcangelo di Romagna e che ci raccontano una lunga storia agricola e di trasformazione che ha più di 2000 anni.
Il MUSAS si trova nell’antico Palazzo Cenci, nel centro storico, e occupa cinque piani; il percorso museale ripercorre in ordine cronologico le varie epoche storiche.
La sezione archeologica ospita numerose fornaci di epoca romana, una attività che era molto diffusa in questa area, grazie alla presenza di argilla e di legname; si ritiene che fosse presente una organizzazione artigianale e lavorativa piuttosto complessa, una sorta di distretto industriale o comunque un polo specializzato.
Al MUSAS sono presenti anche molti oggetti rinvenuti negli scavi delle ville rustiche presenti nelle aree che, già ai tempi dei romani, erano coltivate; si tratta di oggetti utilizzati nel quotidiano per conservare il vino, i cereali e altri alimenti o di reperti che riguardano la religione e il culto dei morti.
Infine qui si trovano anche oggetti che appartenevano alle genti che vivevano in questi luoghi prima della colonizzazione di Roma.
Le altre sezioni presenti all’interno del MUSAS sono: Il Medioevo e La Storia dell’Età Moderna che illustrano l’evoluzione del borgo, che, proprio durante il Medioevo, dalla pianura si trasferì sulle pendici del Colle Giove, dei suoi edifici e delle sue genti.
In queste sezioni vengono custodite diverse opere d’arte realizzate da artisti che hanno lavorato in questi luoghi; inoltre è presente una intera stanza dedicata a Papa Ganganelli o Clemente XIV, qui si trova anche il plastico del progetto, mai portato a termine, destinato a Piazza Ganganelli.
Il MET, Il Museo Etnografico degli Usi e Costumi della Gente di Romagna di Santarcangelo di Romagna
Il MET è uno dei musei etnografici più importanti dell’Emilia-Romagna, non solo fu uno dei primi a nascere, voluto nel 1971 e aperto nel 1981, ma è anche uno dei meglio realizzati ed è molto apprezzato per la sua attività didattica e per la sua capacità di custodire e raccontare l’identità del territorio e le sue tradizioni popolari.
Questo museo di Santarcangelo di Romagna illustra al visitatore gli usi e i costumi della gente di Romagna e quindi è incentrato sulla agricoltura e il lavoro contadino e racconta non solo il lavoro nei campi, ma anche le fiere, i mercati, le feste, le tradizioni e i riti che erano parte della vita contadina.
Il MET è suddiviso in sezioni tematiche:
- il lavoro della terra
- il ciclo del grano
- l’attività molitoria
- la tessitura
- la decorazione delle tele
- la vinificazione
- la casa rurale
- i mestieri artigianali: il maniscalco, il fabbro, il ciabattino, la fabbricazione delle teglie per la piada
La collezione di caveje, o cavicchi, in ferro battuto ha particolarmente attirato la nostra attenzione, questi oggetti appartengono a secoli differenti e venivano utilizzati per bloccare il giogo dei buoi al timone del carro.
Quello che ci ha colpito maggiormente è che, nonostante fossero oggetti meramente funzionali, le caveje sono finemente lavorate e decorate, inoltre, come vuole la tradizione romagnola, presentano anche uno o due anelli, infilati nella parte superiore, detta pagella, che tintinnano ad ogni movimento degli animali e del carro.
Presso il museo si trova anche una biblioteca specializzata, un ricco archivio fotografico e ampi spazi aperti adibiti all’attività didattica e alle attività spettacolari, come i burattini tradizionali.
Il Museo di Tonino Guerra a Santarcangelo di Romagna
Tonino Guerra, sceneggiatore, scrittore, poeta, regista ma anche artista poliedrico, in particolare pittore e designer, è uno dei personaggi illustri che sono nati a Santarcangelo di Romagna.
Passeggiando per le vie di Santarcangelo di Romagna è facile incontrare una delle sue opere, che in effetti si trovano un po’ ovunque: dalle varie fontane che ha disegnato personalmente, alle sue citazioni poetiche che sono state riportate sulle facciate delle case del centro storico, alle stufe in ceramica che si trovano nel ristorante La Sangiovesa.
Dopo la morte di Tonino Guerra, nel 2012, la città di Santarcangelo di Romagna ha deciso di realizzare un museo dove sono state raccolte molte sue opere e i suoi progetti: il Museo Nel Mondo di Tonino Guerra.
In questo museo sono state raccolte molte opere di Tonino Guerra che coprono un arco temporale che va dagli anni ’60 al 2012: statue, dipinti, arazzi, stampe, ceramiche e tutte le sue opere cinematografiche.
Nel museo, infatti, è presente un’area multimediale dove poter vedere i film per i quali Tonino Guerra ha realizzato la scenografia, si possono sfogliare le scenografie stesse, si può assistere alle sue interviste e si può ascoltare la sua voce mentre recita poesie in dialetto romagnolo; è molto interessante per conoscere in modo più approfondito Tonino Guerra.
Di particolare interesse artistico sono i Vasi per un Fiore Soltanto, realizzati in ceramica secondo la tradizione artigiana romagnola a cui l’artista era particolarmente legato, e le Lanterne di Tolstoj, sculture in ferro e vetro colorato che Tonino Guerra realizzò al ritorno da un viaggio Lev Tolstoj, località in cui morì il famoso poeta russo.
Nel museo è presente un bookshop dove è possibile acquistare i libri di Tonino Guerra e molte opere che furono disegnate da lui e realizzate da alcuni artisti locali.
Il Museo del Bottone di Santarcangelo di Romagna
A Santarcangelo di Romagna è presente una collezione unica nel suo genere, che ha dato origine al museo che la ospita: il Museo del Bottone.
Questa incredibile raccolta conta oltre 12.000 bottoni provenienti da ogni angolo del mondo, copre un arco temporale di 400 anni ed è nata dalla passione di un privato: Giorgio Gavallotti che tutt’oggi ne è il curatore.
Alcuni bottoni sono stati disegnati da artisti di fama internazionale, come il bottone che Pablo Picasso disegnò personalmente per Coco Chanel e che raffigura un cavallo stilizzato.
Visitando il Museo del Bottone è possibile scoprire molte informazioni, non solo in merito all’evoluzione del costume e dello stile, ma anche relative alla politica alla cultura e alla società.
Cosa vedere a Santarcangelo di Romagna: il borgo medievale
Il borgo medievale, o centro storico, di Santarcangelo di Romagna è un dedalo di viette pittoresche, piazzette antiche e storici edifici, alcuni dei quali ospitano storiche botteghe e ristoranti tipici che rendono unico questo luogo.
Il Centro storico si trova sulle pendici del Colle Giove e alcune sue strade risalgono fino a dove si trova la Torre del Campanone, la Rocca Malatestiana e la Porta Cervese; da alcuni punti si può ammirare il panorama bucolico della Val Marecchia.
E’ molto bello semplicemente passeggiare senza meta per le stradine e le piazzette, ma sono molti i luoghi del borgo medievale di Santarcangelo di Romagna che meritano di essere visitati:
- Il Campanone di Santarcangelo di Romagna
- I resti delle porte e della cinta muraria di Santarcangelo di Romagna
- Piazzetta delle Monache a Santarcangelo di Romagna
- La Collegiata della Beata Vergine del Rosario a Santarcangelo di Romagna
- Lo Sferisferio di Santarcangelo di Romagna
Campanone di Santarcangelo di Romagna
Il Campanone è, insieme all’arco dedicato a Papa Clemente XIV, uno dei simboli di Santarcangelo di Romagna e, con i suoi 25 metri di altezza, domina sia il borgo medievale sia i dintorni.
Il Campanone venne eretto nel 1893 sui resti di una vecchia torre campanaria che si trovava sulla Porta del Campanone Vecchio; sulla sua sommità si trova una statua in ferro battuto di Sant’Arcangelo, la cui mano funge da segna vento.
I resti delle porte e delle cinte murarie di Santarcangelo di Romagna
Santarcangelo di Romagna aveva due cinte murarie ma non è rimasto molto delle mura e delle porte che proteggevano il borgo medievale.
La Porta del Campanone Vecchio, edificata nel XII e XIII secolo, apparteneva alla prima cinta muraria ed era il punto di accesso più antico a Santarcangelo; in prossimità della porta si possono ancora vedere i segni delle antiche mura di cinta.
Porta Cervese venne edificata nel XV e XVI secolo; questa porta è l’unico accesso della seconda cinta muraria che è giunto fino ai giorni nostri.
La Porta Cervese è conosciuta anche come Porta del Sale poiché, uscendo da questa porta, era possibile raggiungere la cittadina di Cervia.
A Cervia si trovavano le saline e il sale veniva portato a Santarcangelo proprio passando da questa porta, all’epoca il sale era una risorsa indispensabile per la conservazione degli alimenti.
Un tempo la Porta Cervese era dotata di un ponte levatoio, le cui tracce sono ancora visibili ai lati della porta.
La Piazzetta delle Monache a Santarcangelo di Romagna
In passato la Piazzetta delle Monache era il centro del borgo di Santarcangelo di Romagna, qui i cittadini si ritrovavano per parlare e per trascorrere il tempo.
Qui si trova un convento del XVI secolo e un pozzo medievale che veniva utilizzato per estrarre l’acqua; sul pozzo si trova un bassorilievo che raffigura Francesca da Rimini, moglie di Gianciotto Malatesta e amante di Paolo Malatesta.
Sempre nella Piazzetta delle Monache si trova l’edificio che ospita il MUSAS, il Museo Archeologico di Santarcangelo.
La Collegiata della Beata Vergine del Rosario a Santarcangelo di Romagna
Nel borgo antico di Santarcangelo di Romagna si trova la Collegiata della Beata Vergine del Rosario, progettata nel XVIII secolo; la chiesa custodisce al suo interno diverse testimonianze dell’arte romagnola dei secoli passati, come il crocifisso ligneo dipinto del XIV secolo.
Lo Sferisferio di Santarcangelo di Romagna
In prossimità della seconda cinta muraria si trova lo Sferisferio, un campo da gioco rettangolare dove, in passato, si svolgeva il Gioco del Pallone con il Bracciale.
Il Gioco del Pallone con il Bracciale inizialmente veniva praticato esclusivamente all’interno dei palazzi dei nobili, solo in seguito iniziò ad essere praticato da professionisti nelle piazze cittadine; nel XIX divenne uno sport popolare e così vennero costruiti una sorta di campi da gioco dedicati a questo sport.
Il Gioco del Pallone col Bracciale deve il suo nome allo strumento che veniva utilizzato per giocare: una sorta di impugnatura di legno in cui di infilava la mano e parte del braccio e vieniva utilizzata per colpire la palla, come se fosse una sorta di bracciale-racchetta.
A Santarcangelo, e in altre località della Romagna, è possibile assistere alla rivisitazione storica di questo gioco durante alcune speciali occasioni.
Cosa vedere nella periferia e nei dintorni di Santarcangelo di Romagna
Il borgo antico di Santarcangelo di Romagna non è l’unico luogo degno di nota, anche la periferia e i dintorni di questa cittadina custodiscono luoghi che meritano di essere scoperti e visitati.
Qui di seguito i luoghi che abbiamo selezionato da vedere nei dintorni di Santarcangelo di Romagna:
- La Pieve di San Michele Arcangelo
- Il Poggio Torriana e i suoi mulini
- Montebello, la Rocca dei Guidi da Bagno e il Fantasma di Azzurrina
- La Frazione di San Vito sul Rubicone
La Pieve di San Michele Arcangelo a Santarcangelo di Romagna
L’antica Pieve di San Michele Arcangelo si trova nella periferia di Santarcangelo, a circa 1 km dal centro ed è uno degli edifici di culto più affascinanti e antichi di tutta la Romagna.
Questa antica chiesa risale al VI secolo e venne edificata in stile bizantino su modello delle chiese di Ravenna, costruite nel periodo di Giustiniano.
La struttura di questa pieve presenta alcune caratteristiche strutturali non comuni: vennero volutamente realizzate alcune curiose deformazioni nella struttura per correggere, sembra, gli errori di visione prospettica; un’altra particolarità è costituita dal campanile, del XII secolo, che si trova sulla facciata principale della pieve; quindi, per entrare in chiesa si deve attraversare la base del campanile.
I mulini di Poggio Torriana nei dintorni di Santarcangelo di Romagna
A pochi km di distanza da Santarcangelo di Romagna, lungo la SP 14, si trova Poggio Torriana.
Qui è possibile vedere e visitare i mulini che si ergono a testimonianza della realtà molitoria della Valmarecchia.
Anche alcuni esercenti di Santarcangelo ci hanno detto che, ancora oggi, hanno il loro mulino di fiducia proprio in questa zona, dove si recano per comprare la farina, ottenuta secondo una metodologia tradizionale.
Montebello, la Rocca dei Guidi di Bagno e il Fantasma di Azzurrina
Montebello si trova nei dintorni di Santarcangelo di Romagna e ospita sul suo territorio la Rocca dei Guidi di Bagno; la struttura originaria di questo edificio risale al 1000 e venne successivamente rimaneggiata dai Malatesta nel XV secolo.
La Rocca dei Guidi di Bagno è conosciuta per la leggenda del fantasma di Azzurrina che molti credono che si trovi all’interno delle mura del maniero.
Azzurrina è il soprannome con cui è diventata famosa la piccola Guendalina, o Adelina, Malatesta che, secondo la leggenda, il 21 giugno 1375, all’età di 5 anni, scomparve in circostanze misteriose proprio in questa rocca.
Azzurrina era albina e nel XIV secolo questo aspetto veniva associato alla stregoneria, quindi la bimba visse sempre tra le mura del castello, lontano da occhi indiscreti; la madre era solita tingerle i capelli di nero con rimedi naturali, ma questi assumevano un colore azzurro.
Sembra che Azzurrina sia caduta nella ghiacciaia ma il suo corpo non venne mai ritrovato, la leggenda vuole che ogni 5 anni il 21 giugno si sentano dei lamenti e pianti provenire proprio dalla ghiacciaia.
La leggenda di Azzurrina è stata tramandata nei secoli solo oralmente quindi potrebbe essere stata modificata con il passaparola; inoltre non sono stati ritrovati documenti che comprovino la reale esistenza di questa bambina e della sua tragica fine.
La Frazione di San Vito sul Rubicone
La Frazione di San Vito è condivisa tra il comune di Rimini e di San Mauro Pascoli ed il confine dei due comuni si trova lungo la Vecchia Via Emilia, che corrisponde al tracciato della antica strada consolare romana.
Qui si trova quello che i romagnoli chiamano il puntaz, i resti di un antico ponte in pietra di epoca romana, di cui rimane solamente una arcata.
Non si hanno evidenze certe in merito al tracciato del Fiume Rubicone in epoca romana, ma molti ritengono che il puntaz sia in luogo in cui Giulio Cesare, di ritorno dalle Gallie, pronunciò la famosa frase Alea Iacta Est o il Dado è Tratto, prima di attraversare il ponte ed entrare nel territorio di Roma con l’esercito armato, gesto che era proibito e che quindi diede inizio a una guerra civile.
Altri ritengono che il ponte che Giulio Cesare utilizzò per attraversare il Rubicone fosse quello che si trova a Savignano sul Rubicone.
Inutile dire che Santarcangelo di Romagna e i suoi dintorni ci abbiamo conquistato: non conoscevamo questa cittadina e ora siamo felici di avere avuto l’occasione di averla visitata e di aver scoperto le sue meraviglie.
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