Il Lago di Garda è per noi una destinazione molto cara ed è oggettivamente bellissima, costellata da graziosi paesi, fortezze e castelli, paesaggi incantevoli, da numerosi ulivi e frantoi, aziende vinicole e tracce di un passato che hanno caratterizzato e influenzato queste terre sin dal tempo degli Etruschi e dei Romani.
Una peculiarità tipica della sponda occidentale del Lago di Garda è costituita dalle limonaie gardesane che, soprattutto in passato, erano uno degli elementi distintivi di questo tratto di costa lacustre in provincia di Brescia.
“Passammo davanti a Limone i cui giardini disposti a terrazze e piantati di limoni, hanno un ricco e bell’aspetto. Il giardino è costituito da file di bianchi pilastri quadrati, che stanno ad una certa distanza l’uno dall’altro e si spingono su per la montagna ad uso di gradinata. Sopra tali pilastri sono poste delle forti travi per coprire le piante durante l’inverno. L’osservazione e la contemplazione di tali piacevoli oggetti fu favorita dalla lenta navigazione…” J. W. Goethe
Visita all’ecomuseo della Limonaia di Pra de la Fam a Tignale
Nella località di Tignale si trova la Limonaia di Pra de la Fam, un ecomuseo che illustra non solo l’antica arte di coltivare i limoni lungo le sponde del Lago di Garda, ma anche la vita e le attività che si svolgevano all’interno di queste limonaie; ma per capire meglio la realtà delle limonaie gardesane è necessario fare un passo indietro nella storia.
Storia della coltivazione dei limoni sul Lago di Garda
La coltivazione dei limoni venne introdotta nella zona del Lago di Garda dai monaci Francescani del monastero di Gargnano intorno al 1226, questa fu una mossa abbastanza azzardata considerando che la coltivazione a terra del limone ha come limite il parallelo che passa per Napoli, mentre più a nord, fino ad allora, la coltura dei limoni avveniva solo in vaso e nelle serre.
La coltivazione in vaso ha un grande limite: non consente di ottenere grandi raccolti; mentre la coltivazione a terra necessita di un clima molto mite, e il clima mite del Lago di Garda non era sufficiente, inoltre inverni insolitamente freddi avrebbero potuto causare la morte delle piante.
Per riuscire a coltivare i limoni sulle sponde del Lago di Garda era necessario trovare uno stratagemma e la soluzione che venne trovata consisteva nella costruzione di strutture, le limonaie appunto, che permettessero di proteggere le preziose piante dai freddi inverni ma, nel contempo, di ottenere una buona produzione di limoni.
La limonaia ha una struttura relativamente semplice ma curata in ogni aspetto, alte mura proteggono i terrazzamenti dove si trovano gli alberi di limone; le mura si ergono su tre lati, il lato rivolto verso la montagna e i due laterali, mentre viene lasciato aperto il lato che si affaccia verso il lago e/o dove i limoni sono maggiormente esposti irradiazione solare.
Ogni terrazzamento presenta delle alte colonne in pietra che hanno la funzione di sorreggere il tetto e le vetrate che vengono montate durante l’inverno.
Tra marzo e novembre la limonaia rimane scoperta, in questo modo gli alberi di limone possono ricevere il calore e la luce del sole, ma quando sopraggiunge l’inverno le pareti della limonaia vengono chiuse formando una sorta di serra; è proprio questo sistema che permise di coltivare gli agrumi più a nord del mondo al 46° parallelo.
Nella limonaia si trovano inoltre canali di irrigazione per poter fornire le piante di limone dell’acqua necessaria, qui si trovano anche magazzini dove riporre le assi e le vetrate durante l’estate e tutti gli attrezzi indispensabili per la coltivazione e per la manutenzione della limonaia stessa.
In passato la coltivazione dei limoni, specialmente nel tratto della Gardesana Occidentale che va da Salò a Limone, costituì una importante risorsa economica per questa zona del Lago di Garda; i limoni venivano esportati a nord, soprattutto in Austria, in Germania, in Polonia e perfino in Russia che divenne presto il principale cliente.
I limoni del Garda erano molto ricercati in questi paesi soprattutto poiché sono frutti ricchi di vitamina C e di acido citrico, fondamentali per la cura dello scorbuto, molto diffuso in passato nei paesi nordici, e come disinfettante naturale.
La produzione dei limoni del Lago di Garda crebbe progressivamente negli anni per rispondere alla sempre maggiore richiesta, vennero costruite nuove limonaie e ingrandite quelle esistenti; ogni albero di limoni produceva in media dai 600 agli 800 frutti per ogni raccolto.
Inevitabilmente la coltivazione e il commercio dei limoni ebbe un impatto molto positivo sull’economia del territorio.
La coltivazione dei limoni lungo le sponde del Lago di Garda però risultava essere più costosa rispetto alla coltivazione a cielo aperto delle regioni del sud Italia e anche il loro trasporto era piuttosto complicato poiché venivano trasportati via barca e con carri trainati dai buoi.
Gli anni seguenti all’unificazione d’Italia videro il progressivo declino di questa attività a causa della concorrenza dei paesi del sud e soprattutto per colpa di una malattia che colpì gli alberi di limone, azzerando così un lavoro di decenni.
Purtroppo molte limonaie vennero abbandonate e i loro lavoratori tornarono a praticare la pesca o si dedicarono alla coltivazione di cereali e ortaggi.
Oggi delle centinaia di limonaie che un tempo erano presenti sulla sponda bresciana del Lago di Garda solamente alcune sono tornate ad essere produttive, la maggior parte sono state riconvertite in giardini botanici o in abitazioni molto affascinanti, mentre alcune sono rimaste abbandonate.
La Limonaia di Pra de la Fam a Tignale è indubbiamente una delle limonaie meglio conservate del Lago di Garda e l’ecomuseo che si trova al suo interno è ricco di informazioni e aneddoti per chi vuole scoprire di più in merito alla coltivazione dei limoni del Garda.
Percorso di visita all’ecomuseo della Limonaia Pra de la Fam a Tignale
La Limonaia di Pra de la Fam si trova nel comune di Tignale lungo il percorso della Strada Statale Gardesana Occidentale e direttamente affacciata sulla sponda del Lago di Garda; questo è un piccolo angolo di tranquillità dove il tempo sembra essersi fermato ai tempi in cui sulla sponda bresciana del lago venivano coltivati i limoni per esportarli al nord.
L’ingresso avviene attraverso una porta di legno che consente l’accesso diretto alle terrazze della limonaia.
Come prima cosa andiamo ad acquistare il biglietto in biglietteria che si trova all’interno di un piccolo locale che vende anche prodotti bio provenienti dal territorio, ovviamente non possono mancare i prodotti derivati dal limone.
In biglietteria abbiamo noleggiato una audioguida molto ben fatta che ci ha accompagnato durante tutto il percorso di visita, facendoci scoprire ogni segreto e aneddoto della limonaia e della coltivazione dei limoni che un tempo avveniva in questo luogo.
Ascoltando l’audioguida e leggendo i pannelli illustrativi che troviamo lungo il percorso di visita scopriamo che questa limonaia, dopo aver subito un periodo di abbandono, è stata interamente restaurata nel 1985; la struttura è stata consolidata e sono stati ripristinati gli elementi fissi di copertura e i serramenti e le finestre mobili, ritornando così al suo aspetto originario.
Da quel momento in poi è stata ripristinata la coltivazione degli agrumi, non solamente differenti specie di limoni, ma anche cedri, arance, pompelmi, bergamotti, mandarini e kumquat o mandarino cinese.
Passeggiando lungo le terrazze coltivate è possibile vedere da vicino gli alberi i fiori e i frutti degli agrumi, potendo scoprire di quale agrume si tratti grazie alla presenza di un cartello identificativo della specie; è anche possibile raccogliere da terra i frutti maturi per sentirne il profumo o per assaggiarli o portarli a casa con sé.
Lungo le mura e le terrazze sono ancora visibili le canaline di irrigazione, le piante di limone necessitano di molta acqua e in passato le acque dei due torrenti Baès e Piovere, che si trovano nelle vicinanze, venivano utilizzate per irrigare le terrazze.
Il percorso di visita ci consente di scoprire tutti i segreti relativi alla coltivazione dei limoni sul Lago di Garda, del duro lavoro e dell’estrema attenzione e cura che erano necessari per una buona riuscita del raccolto, ma anche dell’ingegno nel costruire le limonaie, dotate di strutture fisse e strutture mobili, senza le quali non sarebbe stato possibile coltivare i limoni in questa zona.
In passato non era semplice misurare la temperatura e capire quale fosse il momento giusto per coprire le limonaie, quindi i contadini trovarono un intelligente stratagemma: in autunno posizionavano alcune ciotole di terracotta con dell’acqua nei castelli e la situazione veniva monitorata giornalmente.
Quando sulla superficie dell’acqua iniziava a formarsi un leggero strato di ghiaccio era giunto il momento di coprire la limonaia, ma, nel caso di inverni particolarmente rigidi, la copertura non era sufficiente a garantire la sopravvivenza delle piante di limone, quindi all’interni delle limonaie venivano accesi piccoli fuochi per aumentare la temperatura interna; oggi nella Limonaia de la Fam il fuoco è stato sostituito da una stufa.
Tra gli aneddoti più interessanti e curiosi che abbiamo scoperto visitando la limonaia di Tignale c’è quello relativo al suo nome: Pra de la Fam, che tradotto dal dialetto significa Prato della fame; sembra questo nome sia legato al tratto di costa del Lago di Garda in cui di trova la limonaia.
La Limonaia di Pra de la Fam si affaccia su un tratto di lago in cui si formano spesso correnti e tempeste molto forti, spesso pescatori erano costretti a fermarsi a riva proprio in questo punto per non rischiare di naufragare; ma questo luogo, un prato incastonato tra le montagne e il lago, all’epoca era raggiungibile solamente in barca; quindi, una volta approdati qui non avevano a disposizione alcuna fonte di cibo; perciò i marinai e pescatori avrebbero patito la fame.
Un’altra ipotesi vuole che il nome Pra del la Fam derivi dal fatto che il tratto di costa in cui si trova la limonaia fosse poco pescoso a causa delle forti correnti; quindi, chi si fosse recato qui a pescare, sarebbe tornato a casa con un magro bottino.
La struttura delle limonaie del Garda
Le limonaie del Garda in pratica erano delle enormi serre costruite per proteggere gli alberi di limone che altrimenti non avrebbero potuto essere coltivati a questa latitudine; tutte le limonaie del Garda presentavano una struttura fissa e una struttura mobile.
La struttura fissa e portante delle limonaie del Lago di Garda
La struttura fissa e portante delle limonaie del Garda, che può essere osservata durante una visita alla Limonaia de la Fam a Tignale, era costituita da un muro alto e massiccio che proteggeva le terrazze coltivate dalla montagna e dal vento freddo che scende dalla vetta lungo i pendii, e da due alte mura laterali che servivano a proteggere il raccolto dal vento che spesso spazza le coste del Lago di Garda in direzione nord-sud.
Il muro posteriore, spesso 50 cm, aveva anche la funzione di trattenere il calore del sole all’interno della limonaia che, essendo esposta verso sud o sud-est, poteva assicurarsi la massima esposizione ai raggi del sole anche nei mesi invernali.
Anche nella parte anteriore della limonaia è presente un muro, ma più basso per consentire agli alberi di limone di essere esposti al sole, ma sufficientemente alto per proteggerli da eventuali mareggiate, non insoliti in questa parte di lago, soprattutto nei mesi invernali.
All’interno della limonaia sono presenti dei terrazzamenti detti còle, la struttura è in pietre e calcestruzzo e sono riempite di terra dove vengono coltivati i limoni; dalle terrazze si innalzano alti pilastri a base quadrata che sorreggono la struttura del tetto.
La distanza tra un pilastro e l’altro veniva chiamata cap o campa, campo in italiano, le piante che si trovano all’interno di un campo venivano contornate da una struttura di legno chiamata castel, o castello, che serviva a sorreggere i rami e i frutti delle piante stesse.
Ogni pilastro è collegato alle mura e/o ai pilastri posizionati sulla stessa fila da tre ordini di travi quadrate in legno di abete dette filarole.
Infine i pilastri e i muri perimetrali sostengono il tetto: una travatura in legni di castagno detti sparadossi, su cui venivano fissati altri puntoni chiamati canter; ai canter venivano inchiodati le assi di copertura del tetto.
La struttura mobile delle limonaie del Lago di Garda
Nei mesi più freddi, da ottobre ad aprile, le limonaie venivano coperte per proteggere gli alberi di limone dalle temperature rigide tipiche dell’inverno; l’operazione di copertura è un lavoro complesso che prevedeva l’impiego di più uomini per diverse settimane; ancora oggi presso la Limonaia de la Fam la copertura viene posizionata tutta a mano come accadeva un tempo.
Nel mese di marzo la copertura viene rimossa e tutto il materiale viene riposto con cura in un apposito magazzino chiamato casale, in attesa di essere riutilizzato in autunno.
I materiali che costituiscono la copertura mobile delle limonaie del Garda sono principalmente tre:
- le assi: sono il legno di abete e vengono utilizzate per il tetto dove vengono accostate a due a due e una terza asse viene riposta sopra chiudendole lungo la linea del canter; le assi vengono fissate anche alle filarole, con dei cavic o biroi o cavicchi di legno, e ai pilastri appoggiate a delle mensole in pietra.
- le vetrate: dette envedriàe, sono sostenute da un telaio e traversine in legno e vengono posizionate per il lungo e alle assi dei pilastri, in questo permettono ai raggi solari di passare ed entrare nella limonaia.
- le portiere: dette usere, sono semplici tavole accostate e provviste di cardini per poterle aprire e chiudere consentendo di regolare l’umidità all’interno della limonaia.
Inoltre, per isolare meglio la limonaia, veniva utilizzato il pàbol, ossia erba che veniva fatta seccare per poi essere utilizzata per tappare, stupinaa, le fessure che si trovavano tra le assi e le travi di legno.
Informazioni utili per visitare l’ecomuseo della Limonaia de la Fam a Tignale
L’ecomuseo della Limonaia de la Fam si trova nel comune di Tignale, sulla sponda occidentale del Lago di Garda, in provincia di Brescia, lungo la Strada Statale Gardesana Occidentale SS 45bis che consente di raggiungerla facilmente sia dal Trentino e dalla Autostrada A22 Modena – Brennero sia da Brescia e dalla autostrada A4 Milano – Venezia.
Quando abbiamo visitato la Limonaia Pra de la Fam gli orari di apertura erano i seguenti:
- da aprile a settembre tutti i giorni dalle 11,00 alle 18,00
- da ottobre ad aprile solo sabato e domenica dalle 11,00 alle 17,00
Per informazioni aggiornate sugli orari di apertura, per le visite guidate e per le degustazioni di prodotti tipici visitale il sito dell’Ecomuseo Limonaia Pra de la Fam.
https://www.ecomuseopradelafam.com/lagodigarda/apertura-orari-limonaia-pradelafam-tignale.html
Il costo dei biglietti per la visita alla Limonaia Pra de la Fam:
- ingresso con visita libera: 2€ a persona – bambini under 6 gratuito
- ingresso con visita guidata e degustazione di prodotti tipici: 4€ – è necessario prenotare
- ingresso con la Tignale Card: gratuito
All’interno della Limonaia Pra de la Fam è presente un piccolo shop dove si possono assaggiare e acquistare i prodotti bio realizzati con i frutti della limonaia e i prodotti tipici della zona: limoncello, sciroppo di limoni, marmellate d’agrumi, olio agrumato, olio di oliva EVO, olive e miele.
https://www.ecomuseopradelafam.com/lagodigarda/limonaia-prodotti-pradelafam-tignale.html
Se vi trovate sul Lago di Garda vi consigliamo di non perdervi la visita alla Limonaia Pra de la Fam di Tignale e di assaggiare i suoi prodotti bio.