La Rocca Sanvitale di Sala Baganza in Emilia, facente parte del circuito dei castelli del Ducato di Parma e di Piacenza, fu in passato un avamposto militare importante nel sistema difensivo dei castelli del parmense.

Edificata nel 1461 per volontà di Stefano Sanvitale, presentava una forma quadrangolare con torri quadrate agli angoli e dongione centrale, la Rocca era concepita più come dimora signorile che come fortilizio, nel corso dei secoli la rocca venne trasformata sia nella struttura architettonica che nell’impianto decorativo

Il Cinquecento fu un periodo di splendore per la Rocca, grazie all’impegno di una grande donna: Barbara Sanseverino, che collezionò opere dei maggiori pittori dell’epoca proprio come fece alla Reggia di Colorno.

Il feudo rimase di proprietà della famiglia Sanvitale fino al 1612 quando passò nelle mani dei Farnese, Duchi di Parma già dal 1545.

Il passaggio fu cruento, una presunta congiura contro Ranuccio II Farnese scatenò la “gran giustizia” farnesiana che si abbatté su molte famiglie di spicco dell’epoca, tra cui i Sanvitale.

La Congiura dei feudatari, vera o presunta che fosse, venne ordita da Barbara Sanseverino, moglie del defunto Giberto IV Sanvitale, signore di Sala, per tentare di arginare le mire espansionistiche del Duca di Parma Ranuccio I Farnese.

Il complotto fu scoperto e tutti i congiurati, un fitto numero di nobili uomini e nobili donne che avevano aderito al progetto, furono arrestati e decapitati in pubblica piazza compresi Giberto IV e del figlio Gianfrancesco Sanvitale.

Questo evento decretò lo spodestamento dei Sanvitale in favore dei Farnese, che preferirono però stabilirsi a Colorno e fare di Sala una riserva di caccia.

La decadenza della Rocca durò fino all’arrivo nel 1733 dei Borbone, divenuti Duchi di Parma a seguito della mancanza di discendenza maschile della famiglia Farnese.

La Rocca conobbe un nuovo periodo di splendore con Maria Amalia d’Asburgo moglie di Ferdinando di Borbone che, amante della caccia e desiderosa di vivere lontano dal marito, rivendicò per sè l’uso della dimora di Sala.

Durante il XVIII secolo la dimora venne nuovamente trasformata, fu costruito il giardino potager, ossia un orto-giardino, e alcune sale furono affrescate in stile settecentesco.

La dominazione borbonica non durò però più di cinquant’anni per via dell’ascesa di Napoleone Bonaparte e dell’annessione del Ducato alla Francia.

Maria Luigia d’Asburgo Lorena, Imperatrice dei francesi e Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla e moglie di Napoleone Bonaparte, fu particolarmente legata a Sala Baganza e la scelse come dimora per crescere i due figli.

Molto attenta alle bellezze artistiche delle sue proprietà, Maria Luigia Duchessa d’Austria, donò nuovi fasti anche alla Rocca di Sala Baganza.

Nel 1804 la rocca e i terreni adiacenti vennero inclusi nella lista dei beni del pubblico demanio da assegnarsi ai benemeriti delle campagne napoleoniche e gratificata al tenente piemontese Michele Varron.

Tra il 1819 e il 1823 il nuovo proprietario, che riteneva la rocca troppo grande e fastosa, ne fece abbattere tre lati procurandosi materiale da costruzione, e conservò solo il lato nord prospiciente la piazza con la cappella costruita da Don Ferdinando e le scuderie. 

Oggi la Rocca ha l’aspetto di un lungo parallelepipedo delimitato agli estremi dai resti di due torrioni.

La Rocca oggi è visitabile e ospita la mostra permanente della scultrice Jucci Ugolotti dal titolo Sacroprofano e il Museo del Vino che occupa lo spazio delle cantine e della ghiacciaia e che vi consigliamo di visitare.

Il Museo del Vino fa parte del circuito dei Musei del Cibo, presenti nella provincia di Parma.

Percorso di visita della Rocca Sanvitale

Il percorso di visita inizia dal primo piano dove dopo la Sala delle Capriate, con frammenti i affreschi si giunge al Gabinetto dei Busti dove grottesche dal gusto ricercato decorano la volta dello studio.

La Sala dell’Eneide celebra le gesta di Enea, figlio di Venere. La dea è rappresentata al centro della volta mentre gli ovali illustrano i primi 6 libri dell’opera, sfortunatamente gli affreschi degli ultimi 6 libri sono stati coperti con affreschi settecenteschi.

Il Camerino del Baglione regala affreschi rappresentanti le allegorie delle stagioni, scene di caccia e battaglie su uno sfondo paesaggistico d’ispirazione fiamminga.

La Sala di Ercole funge da anticamera agli appartamenti privati, la sala presenta raffigurazioni delle fatiche che Ercole mentre sul soffitto si ammira Giove il padre di Ercole.

La Cappella Palatina nasce dall’unione di due precedenti sale unite durante un intervento settecentesco, gli affreschi dei soffitti rivelano immediatamente l’origine delle due sale che risultano unite un po forzatamente.

Il capolavoro della Rocca si trova in realtà all’interno della Cortaccia, l’antica corte dove risiedevano gli artigiani, si tratta della Sala dell’Apoteosi.

La Sala dell’Apoteosi rappresenta una raffinata opera settecentesca, un trionfo di figure mitologiche, allegorie e simbolismi voluta per esaltare il potere della casata dei Farnese.

Il Giardino storico Farnesiano

I viali del Giardino Storico ai piedi della Rocca Sanvitale, noto come il Giardino del Melograno sono un luogo magico e rilassante.

Il potager, cioè un orto-giardino, ha una estensione di tre ettari, fu voluto dal conte Antonio Farnese.

Le piante da frutto, così come le verdure e gli ortaggi, venivano disposti secondo un disegno decorativo permettendo così di avere un giardino sia decorativo che utile per avere alimente da utilizzare in cucina.

Oggi il giardino prevede piante sempreverdi e da frutto che creano un aspetto cromatico diverso ad ogni cambio di stagione.

Il borgo di Sala Baganza

Situato in provincia di Parma nella famosa Food Valley, il borgo di Sala Baganza ospita alcuni locali che servono piatti tipici della zona ed è una comoda base di partenza per le escursioni nei boschi di Carrega.

I Boschi di Carrega, in passato riserva di caccia dei Farnese, oggi sono il luogo ideale per trascorrere una giornata tra castagni, faggi, querce e conifere.

Durante le escursioni, a piedi o in bicicletta, si ha la possibilità di avvistare caprioli, cinghiali, lepri e scoiattoli.

Per una degustazione di prodotti tipici consigliamo l’enoteca Merusi che si trova proprio di fronte alla Rocca, la famiglia Merusi è anche l’artefice del restauro della magnifica Sala dell’Apoteosi.

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